Da “la Stampa”
Se non può chiudere le porte alle bombe, l'Ucraina vuole lasciare fuori dai suoi incerti confini perlomeno la cultura russa. Lo ha fatto vietando con due diversi disegni di legge velocemente approvati dal Parlamento di Kiev, l'importazione e la distribuzione di libri e prodotti editoriali da Russia, Bielorussia e «territori temporaneamente occupati», oltre che dei volumi in russo provenienti anche da altri Paesi. Contemporaneamente, è stata imposta a tempo indefinito l'esclusione di tutti i musicisti che hanno la cittadinanza russa dalle esibizioni pubbliche, concerti e manifestazioni.
Per gli artisti però c'è una lista bianca: dal divieto sono esclusi tutti coloro che hanno condannato l'invasione di Mosca e che entrano in un elenco di cui si occuperà direttamente un'istituzione come il Consiglio nazionale di Sicurezza e Difesa. La breve discussione parlamentare che ha portato alle nuove regole dimostra la determinazione di Kiev a voltare pagina e a difendere l'identità nazionale su più piani, non solo quello militare.
Tanto più di fronte alla russificazione forzata che gli invasori stanno compiendo nei territori occupati, a cominciare dai programmi scolastici. A dimostrazione che i tempi sono definitivamente cambiati, anche la decisione di Kiev di aumentare l'utilizzo della lingua ucraina in radio e tv: le trasmissioni radiofoniche dovranno tenere conto che la quota di canzoni in lingua nazionale dovrà arrivare al 40% dall'attuale 35%.
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