SE PENSATE CHE CON L’ESTATE I CONTAGI CROLLERANNO, VI SBAGLIATE DI GROSSO: LE NUOVE VARIANTI, ALTAMENTE CONTAGIOSE, SPINGONO I NUOVI CASI IN ALTO E RISCHIANO DI SPEDIRE A LETTO MIGLIAIA DI ITALIANI CHE PENSAVANO DI AVERLA SFANGATA. ORMAI QUALSIASI TIPO DI MISURA DI CONTENIMENTO È SALTATA E I CASI IERI HANNO TOCCATO QUOTA 62MILA – GRAMELLINI PERCULA IL RITORNO DEI VIROLOGI IN TV: “PREGLIASCO, IN QUESTI MESI DI FORZATO DIGIUNO MEDIATICO, HA CAPITO CHE, PER ATTIRARE L'ATTENZIONE DI UN PUBBLICO SEMPRE MENO FIDUCIOSO NEL POTERE DELLE PAROLE, ERA NECESSARIO RICORRERE AL FASCINO DEI NUMERI…”

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1. CONTAGI, IL NUOVO ALLARME: «IL SOLE NON FRENA IL VIRUS»

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Graziella Melina per "Il Messaggero"

 

Dopo due anni e mezzo di pandemia persino chi pensava di essere ormai al riparo dal contagio, vaccinato e protetto dalle mascherine, si ritrova a letto, pieno di acciacchi e in isolamento. I nuovi casi di Covid, tracciati dal ministero della Salute, ieri erano 62.704. Tra questi, si contano anche tanti medici e infermieri, alle prese con una malattia sempre più insidiosa.

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«Gli ospedali ora devono affrontare anche il problema della carenza degli operatori sanitari contagiati - racconta Francesco Menichetti, ordinario di malattie infettive dell'università di Pisa e direttore di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana - La previsione che l'estate, il sole ci avrebbero garantito settimane tranquille viene clamorosamente smentita dalle sottovarianti, più contagiose delle precedenti. Stiamo osservando che infettano vaccinati e non vaccinati. Siamo tutti a rischio, ugualmente». In tanti, per fortuna, riescono a curarsi a casa. Ma per molti servono cure in ospedale. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari ieri sono aumentati di 218 unità (lunedì +187), per un totale di 4.803 ricoverati.

 

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«NON TOGLIAMO LE MASCHERINE» «Si ammalano tutti, anche quelli che non hanno abbandonato la mascherina, perché in giro le persone ormai non la portano - racconta Menichetti - Si registra un allentamento del livello di guardia e quindi un'impennata di contagi come testimoniano i dati del ministero. Questo sta determinando un numero di ricoveri preoccupante per il sistema sanitario e quindi per chi ha bisogno di essere curato per altre patologie».

 

Ieri i tamponi sono stati 292.345, 212.970 in più rispetto a lunedì (79.375). Il tasso di positività è salito al 21,4% (lunedì era al 20,9%). Le regioni con più ammalati, la Lombardia (+9.900 casi), il Lazio (+7.549) e il Veneto (+6.452). Gli attuali positivi, tracciati, per il momento sono 599.930 (+25.281 rispetto a lunedì). Sale così ad almeno 17.959.329 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall'inizio dell'epidemia.

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Ieri, 62 persone non ce l'hanno fatta (lunedì, altre 59), per un totale di 167.842 vittime da febbraio del 2020. La situazione non fa presagire nulla di buono. E per i medici sentire equiparare il Covid a un'influenza risuona come un affronto inaccettabile. «Il Covid non è un raffreddore, è una malattia sistemica - rimarca Menichetti - Il dato dei ricoveri deve preoccupare. L'invito che facciamo è di tornare rapidamente a una maggiore prudenza, a cominciare dall'utilizzo delle mascherine».

 

2. IL MAGO DEI NUMERI

Massimo Gramellini per "Il Corriere Della Sera"

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In base alla famosa legge della impenetrabilità dei talk (a ogni riduzione di professore pacifista corrisponde un aumento uguale e contrario di virologo allarmista) lo stallo della guerra ha prodotto una recrudescenza immediata dell'emergenza pandemica. Il ritorno di Crisanti, molto atteso, non ha deluso le speranze di chi, e siamo tanti, gira con la mascherina al polso per essere pronto a indossarla al primo avvistamento umano: se la situazione non precipiterà a ottobre - ha vaticinato il principe delle tenebre - è perché precipiterà già a luglio, dato che i vaccini non riescono a stare dietro alle varianti. Un Crisanti a suo modo rassicurante, in quanto identico a quello che avevamo lasciato il giorno in cui Putin invase l'Ucraina pur di farlo tacere.

 

fabrizio pregliasco fabrizio pregliasco

Invece Pregliasco si è ripresentato con un colpo di genio. In questi mesi di forzato digiuno mediatico ha capito che, per attirare l'attenzione di un pubblico sempre meno fiducioso nel potere delle parole, era necessario ricorrere al fascino dei numeri. Così, quando a Un giorno da pecora gli hanno chiesto di definire l'ultima variante, non è ricorso alle solite perifrasi (più di un raffreddore, ma meno di un'influenza; più di un'influenza, ma meno di una scissione dei Cinque Stelle) e ha detto: «Omicron 5 è quattro volte un'influenza forte». Perché quattro e non tre o cinque? O dodici volte un'influenza leggera? Nessuno lo sa, forse neanche lui. Ma adesso che ho un numeretto a cui aggrappare la mia ansia, mi sento già meglio.

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