SIMONA PLETTO per Libero Quotidiano
Se i soldi sono pochi e tentenni per il tuo fatidico sì, c'è chi paga per spingerti sull'altare. Nelle regioni del sud funziona così. In Sicilia come in Sardegna e in Puglia, arriva l'aiutino contro la crisi delle nozze. Il governo Musumeci, ultimo solo in ordine di arrivo, l'altro ieri ha approvato il "bonus matrimonio" con cui sono stati destinati tre milioni e mezzo di euro per incentivare i matrimoni e le unioni civili.
Il beneficio, un contributo fino a tremila euro, riguarderà tutti i riti religiosi e civili celebrati in Sicilia. L'iniziativa della Regione ha come fine quello di dare respiro a tutto il settore wedding duramente colpito dalla pandemia. La cifra si potrà utilizzare per le spese legate alle nozze, come l'affitto di sale ricevimento, fiorai, ristoranti, negozi di oggettistica, etc. Un indotto che nel 2019 ha mosso circa un miliardo di euro.
Per i futuri sposi, una volta approvato il decreto, basterà presentare il proprio Isee per fare domanda. Altra condizione richiesta, è che almeno uno degli aspiranti coniugi sia residente in Sicilia. Dopodichè si andrà all'incasso in base al costo totale della cerimonia, con percentuali fino a un massimo di tremila euro. Gli interventi di sostegno, che saranno approvati la prossima settimana, hanno già raccolto i consensi di tante coppie pronte ad usufruirne.
«Ci hanno scritto in tanti per ringraziarci e farci i complimenti per l'iniziativa», afferma l'assessore alla Famiglia, Antonio Scavone. «Si tratta di una misura che mira anche ad attenuare gli effetti della crisi da Covid 19. Basti pensare che, secondo i recenti dati Istat, si stima che i matrimoni annullati in Italia per effetto dell'epidemia siano circa 70 mila. Soltanto in Sicilia, da gennaio ad oggi, sono state diecimila le nozze posticipate, con un calo del settore pari al 70%». L'obiettivo, oltre ad aumentare la creazione di nuove famiglie, è dunque quello di dare un incentivo concreto ed immediato alle imprese del settore e a tutte le coppie di sposi.
La necessità di dare avvio all'iniziativa "bonus matrimonio" parte anche dal fatto che il "wedding" rappresenta un mercato di riferimento per alcune regioni del Sud. Covid a parte, negli ultimi anni infatti il comparto registra un successo crescente soprattutto per la domanda internazionale di location appartenenti ad alcune regioni tra le quali la Sicilia. L'erogazione del contributo dovrebbe garantire, già nel corso di quest' anno, una ripresa del fatturato delle imprese del settore con un impatto consistente relativo all'ammontare della dotazione finanziaria destinata alla misura.
«Si stima - aggiunge l'assessore all'Economia Gaetano Armao, che è anche vice presidente della regione Sicilia - che il nostro contributo di 3,5 milioni di euro riuscirà a sviluppare un fatturato complessivo di circa 50 milioni di euro fino alla durata della misura di sostegno e cioè fino al 31 luglio 2021».
E conclude: «Non va trascurato che la stima degli introiti che ne deriveranno per l'erario regionale è pari se non superiore alla somma stanziata dal governo Musumeci, oltre a considerare la riattivazione dell'indotto occupazionale legato alla realizzazione e svolgimento di questa tipologia di eventi». E sono tanti. Oltre ai cuochi, ristoratori, sarti, gioiellieri e fiorai, ci sono musicisti, negozi di oggettistica e persino i rivenditori di giochi pirotecnici.
«Per esempio i matrimoni del sud», spiega ancora l'assessore Scavone, «si aprono molto spesso con i fuochi d'artificio. Uno spettacolo che ormai, anche dopo il lockdown, non si vede quasi più. A dire il vero l'idea mi è venuta proprio dai fuochi. Le spiego: mia figlia amava guardarli e mi ha fatto notare che erano spariti. Così, insieme all'assessore Armao, ho pensato di fare qualcosa per aiutare la ripresa economica nel settore delle nozze e per limitare l'aumento dei rinvii».
«Vogliamo dare una mano alle coppie, giovani o non giovani - aggiunge -, e siamo convinti della bontà di questa iniziativa, che ha un valore sociale ed economico». L'assessore alla famiglia, primario di radiologia a Catania, dopo averci confidato che lui stesso si prepara, entro la fine dell'anno, a convogliare a nozze, per la seconda volta («si ma io non usufruirò del bonus per via dei redditi»), allarga il raggio di azione verso i neonati. «Stiamo lavorando anche per il "bonus bebè"», spiega, «per dare 1500 euro ai mille nuovi piccoli arrivati siciliani. Insomma, vogliamo ridare valore alle unioni. La terra di Sicilia deve diventare anche terra della famiglia».