Adelaide Pierucci per “il Messaggero”
Stanato in Basilicata un finto ginecologo che agganciava online donne alle prese con disturbi intimi e, in cambio di consulenze immediate e gratuite, le invitava a sottoporsi visite via webcam. «Signora lei ha i sintomi di una grave condilomatosi. Sa che può essere grave? Guardi, potrebbe essere una questione di tempo. Una visita anche su zoom potrebbe essere risolutiva. Si fidi...».
Non tutte le donne cadevano nell'inganno, ma molte sì. La polizia postale di Roma ne ha rintracciate circa 400 in tutta Italia tra coloro che terrorizzate dalle diagnosi hanno ceduto di fronte all'offerta di una consulenza online e altre che invece, diffidenti, hanno preferito segnalare il caso del sospetto camice bianco. Ieri la svolta nell'indagine.
Su delega della procura di Taranto, destinataria della prima denuncia, la polizia postale ha sequestrato nell'abitazione dell'uomo, 40 anni e informatico provetto, degli smartphone, supporti di memoria e schede sim. Per risalire al finto ginecologo gli investigatori hanno dovuto prima ricostruire il suo modus operandi, ossia accertare dove e come agganciava le potenziali vittime.
È emerso così che il quarantenne trascorreva ore online in cerca di donne che acquistavano pomate lenitive oppure chiedevano o si scambiavano consigli su problematiche ginecologiche. Solo dopo aver individuato nome e cognome e carpito il cellulare, passava alla seconda fase ossia ipotizzare l'esame svolto dalle pazienti e ventilare la possibile malattia semplicemente offrendosi come un medico benefattore seriamente preoccupato dello stato di salute dell'interessata.
donna si spoglia in videochiamata
Un lavoro per cui gli era stato necessario assemblare una sorta di piccolo Bignami ginecologico che con termini più o meno scientifici gli poteva permettere di mettere in soggezione ma non in imbarazzo le malcapitate di turno.
Il falso ginecologo, infatti, secondo l'accusa faceva capire telefonicamente alle sue interlocutrici di essere a conoscenza di esami clinici effettuati in diverse strutture sanitarie e diceva che probabilmente erano affette da infezioni vaginali gravi. E proprio facendo leva su sospette ma gravi malattie vaginali entrava in azione con il suo smartphone. «Signora, si tolga gli slip», le convinceva, «Sono un professionista. Ne vale la sua salute». All'occorrenza indossava anche un camice bianco.
L'ANALISI DEI DATI TELEFONICI
Il falso ginecologo alla fine è stato identificato attraverso l'analisi dei dati telefonici e telematici, gli accertamenti effettuati su file audio delle telefonate registrate dalle vittime. Una vicenda che ha qualche analogia, soprattutto per il reato contestato, con quella del ginecologo barese Giovanni Miniello, agli arresti domiciliari dal 30 novembre scorso per violenza sessuale ai danni di due pazienti per essersi offerto in prima persona di curare papilloma virus con rapporti sessuali, a suo dire, più efficaci di pomate e antibiotici. Nei suoi confronti la difesa proprio ieri ha chiesto al Tribunale del Riesame la revoca della misura detentiva, i pm di Bari invece hanno chiesto il carcere. La Procura riguardo il caso del dottor Miniello parla di «aberranti modalità della condotta».
«È evidente - scrivono i pm - come ci si trovi di fronte a un criminale seriale che ha dato ampia prova negli anni di non possedere alcun freno inibitorio e, conseguentemente, il rischio di reiterazione appare elevato oltre misura, sicché palesemente erronea è la scelta di concessione degli arresti domiciliari, laddove ci si trova in presenza di un soggetto che nel corso degli anni in più circostanze ha tenuto in spregio assoluto leggi, etica professionale e morale». Adelaide Pierucci
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