Francesco Specchia per “Libero Quotidiano”
Segnatevi, col sangue, questa data: 4 maggio 2022. A Milano, si deciderà forse il destino del Corriere della sera. Sarà, infatti, con la discussione orale della "causa Rcs contro Blackstone/Kryalos" che si stabilirà la competenza territoriale dei tribunali.
Nella sfiancante vicenda della vendita del sede di via Solferino del Corrierone e della conseguente richiesta di risarcimento danni (per 600 milioni di dollari) del fondo americano nei confronti sia di Rcs sia direttamente del suo patròn Urbano Cairo, infatti, si scontrano due interessi e due scuole di pensiero.
Per la prima scuola Blackstone vorrebbe celebrare il processo a New York, vuoi per la velocità delle causa in terra yankee ed evidenti vantaggi territoriali. per la seconda scuola di pensiero, Cairo ambirebbe a spostare il processo a Milano, per altrettanti vantaggi territoriali e confidando nella leggendaria lentezza della giustizia italiana. Non staremo qui a ripercorrere le varie tappe della soap giudiziaria tra i contendenti, le accuse rispettive di usura e di lite temeraria, gli arbitrati.
Sappiamo solo che gli americani si sono impuntati. E che Cairo «è sereno» - dicono i suoi - al punto da non accantonare neppure un cent di fondo rischi nel suo bilancio aziendale. Sappiamo anche che la suddetta data è sì, formalmente, interlocutoria. Ma può provocare un devastante effetto-domino.
Perché sappiamo altresì che, se passasse la causa in America, Blackstone probabilmente vincerebbe; e con un risarcimento di 600 milioni, Rcs - che ha una capitalizzazione di borsa di circa 400 milioni- dovrebbe essere venduta. Sicché l'Urbano Cairo - tra la gioia di molti salotti che l'hanno osteggiato e il rammarico dei suoi dipendenti sparirebbe dai radar. E il Corriere, così come lo conosciamo, passerebbe ad altre mani. Sempre che il fondo americano non arrivi a una transazione. 30 marzo 2022. Preparate i pop corn...
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