Giacomo Talignani per “Huffingtonpost.it”
La tv nella cornice dorata da cui controllare le telecamere di sorveglianza, la doccia piastrellata a mosaico, le poltroncine kitsch, i mega quadri, la cucina iper moderna. Come in Gomorra, soltanto che qui siamo in Camorra. Non c'è fiction ma realtà in quel piccolo impero di beni gestito da "O' picciuotto" per conto di Nicola Schiavone.
I quadri con le cornici lussuosissime, i mobili sfarzosi come nella casa di Savastano, boss fittizio della serie tv che in questi giorni debutta nella seconda stagione. Ma la realtà è ben peggio della fiction. La Guardia di Finanza oggi ha infatti sequestrato beni per 15 milioni di euro, riconducibili a Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, detto "Sandokan".
L'impero degli Schiavone è arcinoto, lo ha raccontato tra i primi Roberto Saviano in Gomorra. Tra i beni sequestrati alla famiglia figura anche una lussuosa villa stile "gomorra", con il salotto simile proprio a quello che si vede in casa Savastano, con la tv nella cornice dorata e sfarzi in ogni angolo. L'edificio si trova alle spalle della casa comunale di Casal di Principe (Caserta).
Complessivamente, i finanzieri hanno messo i sigilli a 11 società, 10 immobili, 16 automezzi (prevalentemente utilitarie), conti correnti e polizze assicurative. Tutti beni riconducibili a Nicola Schiavone, 37 anni, arrestato nel 2010, detenuto in regime di 41bis nel carcere di L'Aquila. A gestirli per lui era Nicola Pirozzi, detto "o' picciuotto", anche lui di 37 anni, che li intestava ai suoi familiari e parenti per poterli utilizzare.
VILLA SCHIAVONE boss Francesco Schiavone VILLA SCHIAVONE
Secondo diversi collaboratori di giustizia Pirozzi era la longa manus di Schiavone. Per lui gestiva un grande deposito di materiali edili, un punto scommesse Snai, un negozio di calzature nel centro commerciale Medi di Teverola e altre attività.