R. Bert. per il Venerdì – la Repubblica
Non ha dubbi sull' omosessualità di Shakespeare il direttore artistico della Royal Shakespeare Company. In un' intervista alla Bbc, Gregory Doran ha affermato che le prove a sostegno della sua tesi si trovano nei sonetti: «Gran pare di essi sono canti d' amore in cui non c' è spazio per parole d' affetto nei confronti di una donna». Precisando che furono gli accademici di epoca vittoriana a intervenire per mutare i pronomi usati in quei versi di cui non esiste una edizione approvata dal drammaturgo.
Scandalizzati dalla possibilità che venissero letti in chiave gay, gli studiosi dell' 800 avvalorano l' ipotesi già avanzata nel 1640 da uno stampatore intervenuto per eliminare ogni allusione omosessuale presente nella versione uscita alcuni anni prima. Per quanto riguarda il teatro, ha aggiunto Doran, i personaggi innamorati di un uomo sono numerosi e tra essi spicca Antonio del Mercante di Venezia che sogna un' impossibile legame con Bassanio. A giudizio di Doran, «è ormai indispensabile liberarsi dagli schemi precostituiti sul Bardo e lasciare che i suoi protagonisti vivano liberamente sul palco la loro sessualità».