SI RIAPRONO LE PORTE DEL CARCERE PER IL “BEL RENÉ”– IL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI MILANO HA CONCESSO A RENATO VALLANZASCA DI AVERE ANCORA I PERMESSI PREMIO PER USCIRE DAL CARCERE DURANTE IL GIORNO – A MARZO ALL'EX CAPO DELLA BANDA DELLA COMASINA, DETENUTO DA OLTRE 50 ANNI, ERA STATA REVOCATA LA POSSIBILITÀ DI FREQUENTARE UNA COMUNITÀ TERAPEUTICA – PER I GIUDICI IL 74ENNE “DEVE POTERSI RELAZIONARE CON ALTRE PERSONE”

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GIUDICI, VALLANZASCA PUÒ AVERE PERMESSI PREMIO PER USCIRE

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(ANSA) - Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto il reclamo della difesa di Renato Vallanzasca, coi legali Limentani e Muzzi, e, dunque, ha concesso al 74enne di avere ancora i permessi premio per uscire, durante il giorno, dal carcere. In passato frequentava almeno una volta a settimana una comunità terapeutica.

 

Ieri l'ex capo della banda della Comasina, detenuto da oltre 50 anni, era presente in udienza davanti ai giudici della Sorveglianza (togati Di Rosa e Caffarena). A marzo gli erano stati revocati i permessi premio - già bloccati in passato e poi concessi di nuovo - per frequentare una comunità terapeutica. Il giudice nel provvedimento di revoca aveva fatto presente che le sue condizioni fisiche e psichiche erano tali che quella comunità non gli può più garantire l'assistenza necessaria, ma per i suoi difensori, invece, quel luogo gli è utile per alleviare il suo decadimento cognitivo. La difesa, dunque, aveva presentato reclamo.

 

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Quei permessi, hanno chiarito i legali Corrado Limentani e Paolo Muzzi, "sono per lui una terapia, per mettere in moto cervello e parola". E sarebbero anche funzionali, secondo i legali, per fargli mettere piede in una struttura di cura, dove poi potrebbe essere trasferito definitivamente. La difesa, infatti, presenterà anche un'istanza di differimento pena, con detenzione domiciliare in un luogo di cura. Una prima richiesta fu respinta nel maggio 2023.

 

Per l'equipe di medici del carcere milanese di Bollate, dove è detenuto con "fine pena mai" l'ex protagonista della mala milanese degli anni '70 e '80, l'ambiente "carcerario", si legge in una relazione, è "carente nel fornire" le cure e gli "stimoli cognitivi" di cui Vallanzasca ha bisogno e per questo andrebbe trasferito in un "ambito residenziale protetto", in un "luogo di cura esterno", data la sua "patologia". Il sostituto pg Rossana Penna ieri nell'udienza a porte chiuse aveva chiesto alla Sorveglianza di rigettare il reclamo, indicando alla difesa semmai di presentare una nuova istanza per i permessi.

 

GIUDICI, VALLANZASCA DEVE POTERSI RELAZIONARE CON ALTRE PERSONE

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(ANSA) - Per Renato Vallanzasca, dato il suo stato di salute, frequentare durante il giorno una comunità terapeutica è utile, affinché le sue condizioni non peggiorino, perché favorisce una interazione con altre persone e rapporti sociali. E' questo il senso, come chiarito dalla difesa, del provvedimento con cui i giudici della Sorveglianza di Milano oggi hanno concesso al 74enne un permesso premio per andare nella comunità, che gli era stato bocciato tre mesi fa.

 

La decisione dei giudici, quindi, è in linea col reclamo della difesa, coi legali Limentani e Muzzi, che avevano fatto presente come il poter andare nella comunità alleviasse il suo decadimento cognitivo. Con la concessione di questo singolo permesso, ovviamente si apre la strada anche al via libera per altri permessi sempre per andare in comunità, tanto che in passato Vallanzasca andava là almeno una volta a settimana.

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