Maria Corbi per “La Stampa”
È un ritmo sordo, carico di emozione quello che accompagna le modelle e i modelli in scena per Giorgio Armani, collezione autunno inverno 2022/23, nel piccolo teatro di via Borgonuovo. Silenzio assoluto in rispetto al popolo ucraino. C'è tanto nero ad accentuare la magnifica sobrietà degli abiti, anche se il titolo della presentazione è «Segni di luce».
Bagliori che spezzano la forza del nero assoluto, che lo rifrangono come in un caleidoscopio dove è la personalità di ciascuno a dettare la forma finale. Bagliori che sono un simbolo in un momento in cui si cerca la luce della speranza nel buio del tempo. Bagliori di paillettes, di jaiss, di cristalli, che dominano, dal giorno alla sera su abiti, borse di velluti, e stivali alti come calze, ma soprattutto su pantaloni, l'indumento che Armani definisce «perfetto» per le donne.
«Perché coprono ciò che devono e danno slancio quando non c'è, non c'è gonna che tenga. La modernità di un pantalone è insuperabile». Ma non pensate a una donna che deve farsi valere con prepotenza e per farlo ruba anche codici estetici maschili. La donna Armani, anche in pantaloni, è morbida, confidente, senza paura di mostrare la femminilità che non è non deve essere una etichetta di debolezza. Anzi. «È finita l'era delle virago, sottolinea Armani, ben venga la donna forte e sicura ma elegante, con un'interiorità che trapela».
C'è unicità tra lo stile di lei e di lui, sobrietà illuminata potremmo definirla, un ritorno alle origini «al mio modo di vedere l'uomo e la donna che, alla fine, possono essere intercambiabili. Non c'è bisogno di osare, basta solo guardarsi allo specchio». Insomma il vero no gender è roba antica, dai tempi di Romeo e Giulietta quando i cavalieri indossavano la calzamaglia. Non c'è bisogno di esagerazioni folcloristiche per affermare la libertà di vestirci come ci pare.
Guardaroba paralleli in casa Armani, con una poetica che li unisce: la gentilezza. Gli uomini portano gilet doppiopetto giacche in lana morbidissima, cappotti che accostano tessuti diversi, completi di velluto nero. Le donne, gonne aperte in velluto su pantaloni-fuseau in seta stampata, lunghi cappotti luccicanti, pantaloni di paillettes portati con una blusa minimal. «Nella moda non si inventa niente - spiega il maestro - è come le metti insieme, le cose già viste, che conta, facendo scelte precise. È la donna che si deve vedere, con i suoi occhi e con quelli degli altri».
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