Natalia Aspesi per “la Repubblica”
Basta, basta, basta! L'ho già detto nell'appelluccio firmato qualche giorno fa con la mia amica Christillin, con risultati disastrosi: a momenti poteva arrivare personalmente Putin per mettere in ceppi il premier che volevamo sostenere. Adesso mi prendo da sola la responsabilità di dire di nuovo "basta, basta, basta!".
E già vedo una folla armata di bastone, composta soprattutto da giovani accademici (e accademiche, toh, ma lo metto tra parentesi) che negli atenei, nei Comuni, nelle aziende, sono impegnati a sostituire la lettera finale delle parole con il famoso asterisco che promuoverà le donne e gli uomini e ogni sorta di non binarietà ad essere intercambiabili, uguali, dicono anche nel cervello, e si spera nello stipendio.
GIORGIA MELONI ALLA DIREZIONE NAZIONALE DI FRATELLI D ITALIA
Ci ho pensato a lungo, so di rischiare molto ma, ripeto, adesso basta e del resto la Guia Soncini, che avendo la metà dei miei anni dovrebbe essermi allieva ed invece mi è maestra, mi ha liberato da ogni "chi me lo fa fare". Basta paura di dire pane al pane, di usare l'ironia, di non essere plumbei e noiosissimi, di non essere capiti, non usare le parole che da sempre fanno parte della bella storia della nostra bella lingua, per sostituirle con scemenze (sì, scemenze, che soddisfazione finalmente dirlo!) americane, un tempo dette appunto americanate.
La mia indifferenza travestita da pazienza è andata in tilt quando una signora di pensiero come Concita De Gregorio, indignata come tutti i pensanti per l'allegra sarabanda di un Parlamento rincitrullito (oso, oso!) che si è liberato di un premier considerato ostile in quanto gentiluomo di talento, ha paragonato il passaggio di Draghi tra i nostri urlanti onorevoli a quello di un professore della università di Harvard mandato come supplente all'istituto turistico di Massa Lubrense.
Ora, per essere precisi, da Harvard sono passati Hearst, Gates, Zuckerberg, dal turistico certamente specialisti di grande prestigio in ambito internazionale: ma non vedo dove è l'offesa se si immagina che un docente di Massima Finanza per soli Miliardari possa trovarsi a disagio a sostituire, lontano dagli Stati Uniti, un suo collega italiano di cui non conosce la materia d'insegnamento, per esempio l'organizzazione di escursioni alla ricerca di piante rare.
Lo stesso sperdimento lo proverebbe un insegnante del nostro alberghiero se fosse chiamato ad Harvard a sostituire un professor di gender dove ce ne sono anche troppi. Per l'oltraggio "percepito", perché ormai la ragionevolezza e il buon umore sono tabù, o anche perché si fa troppa fatica a leggere tutta una frase, il Meridione tutto e i social "scatenavano durissime reazioni" per queste "gravissime affermazioni".
E intanto anche la caduta del governo "scatenava durissime reazioni" però contro Draghi e le sue "gravissime affermazioni" con cui salutava l'inclito pubblico degli scranni, lui che il giorno prima era obbligato a salvare la patria e il giorno dopo meno male che ce ne siamo liberati.
Compiacere tutti, non dire cose ovvie ma che gli stupidi (ripeto gli stupidi, purtroppo sia di destra che di sinistra) ritengono chissà perché offensive, considerata finita la Storia tutta da riscrivere sin dal tempo dell'Homo Sapiens che probabilmente era una signora come l'antenata Lucy e il patriarcato già da allora voleva fregarci: basta!
Del resto, a cosa è servito adattarsi al pensiero medio, far finta di non essere snob essendolo, di non essere chic essendolo, di amare Orietta Berti se non la si ama, di essere come tutti per non farsi aggredire, di stare attenti alle parole che non si possono più dire come "frocio", oggi un insulto che ai primi Pride era detto con orgoglio, ridendo, gettandolo come un vanto contro la mediocrità moralista e spaventata.
Ditemi voi, giovani amici, amabilmente soddisfatti della vostra unione civile, posso consigliarvi di leggere Quando eravamo froci di Andrea Pini pubblicato dal Saggiatore nel 2011, quando si era liberi senza paura, libro rivelatore e entusiasmante, o lo farete solo quando cambieranno il titolo in "Quando fluttuavamo".
In ogni caso, a cosa è servito tentare di cambiare il linguaggio rendendolo sterile, cancellando tutte le diseguaglianze che diventano creatività, ribellione, progresso, conquiste, per poi avere come risultato politico e sociale la Meloni?
giorgia meloni foto di bacco (3) VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIO giorgia meloni meloni negli usa natalia aspesi