Da corriere.it
L’imprenditore italiano Antonino Vadalà è stato arrestato dalla polizia slovacca, che indaga sulla morte del giornalista ucciso, Jan Kuciak, 27 anni, trovato morto con la sua compagna, Martina Kusnirova, in un alloggio vicino a Bratislava. A darne notizia è stato giovedì mattina il quotidiano locale Korzar. Secondo il racconto, la polizia ha fatto irruzione negli appartamenti dell’imprenditore, a Michalovce e a Trebisov, nell’est del Paese. Insieme a Antonino Vadalà, che ha precedenti in Italia ed è originario del Sud della Calabria, sono stati arrestati anche il fratello Bruno e il cugino, Pietro Catroppa. Della famiglia Vadalà, dei presunti legami con la ’ndrangheta e della gestione di milioni di euro di fondi comunitari, ha scritto Kuciak nel reportage pubblicato mercoledì dal suo giornale.
La rete della ’ndrangheta
Kuciak, laureato in giornalismo investigativo, era noto per le sue indagini sulla corruzione effettuate per conto del portale di notizie «Aktuality.sk» e da tempo stava lavorando sugli affari della ‘ndrangheta calabrese in Slovacchia e sul coinvolgimento di politici, anche vicini al primo ministro slovacco, Robert Fico.
Dimissioni
L’inchiesta sull’uccisione del giornalista ha provocato nei giorni scorsi le dimissioni del ministro della Cultura dell’assistente del premier Maria Troskova, (ex modella e finalista di Miss mondo 2007, poi funzionaria del ministero dell’Economia e infine consigliera capo del premier Robert Fico) e del segretario del consiglio di sicurezza Vilian Jasan. Nel reportage incompiuto di Kuciak, che il suo giornale ha pubblicato integralmente, i due venivano indicati come persone vicine all’imprenditore italiano che farebbe parte - scriveva Kuciak - dell’orbita ’ndranghetista. Il giovane reporter si era occupato in particolare di quattro famiglie ritenute gravitare nell’orbita della criminalità calabrese, con affari nei settori dell’agricoltura, nel fotovoltaico, nel biogas e nell’immobiliare.
Il reporter ha anche indagato i legami tra la malavita e gli ambienti politici vicini al premier. Secondo Kuciak, i clan hanno in Slovacchia decine di società e grazie a frodi e manipolazioni sfruttano milioni di euro provenienti da fondi europei. Solo negli anni 2016 e 2016, scriveva il giornalista, le aziende delle famiglie sulle quali aveva acceso i riflettori, sono riuscite a ottenere oltre otto milioni di euro dall’Agenzia slovacca per i pagamenti agricoli (PPA) - l’organo che distribuisce ogni anno circa 800 milioni di euro in sussidi per l’agricoltura - e altri centomila euro di sussidi per progetti vari.
Precedenti
In vari procedimenti giudiziari, Vadalà è stato ritenuto responsabile negli ultimi anni, tra le altre cose, di possesso illegale di armi da fuoco, di sospette speculazioni fraudolente e di frodi fiscali. E secondo Kuciak vi sarebbero prove del fatto che le sue società erano coinvolte in frodi in materia di sussidi agricoli e riciclaggio di denaro. Ján Kuciak non potrà più dimostrarlo. La sua inchiesta sta tutta in un testo incompiuto, custodito nel sul computer. Chi lo ha ammazzato ha voluto impedirgli di completare quel reportage.