Estratto dell'articolo di Valentina Errante per “Il Messaggero”
Umberto Bellocco detto Chiacchiera
Un'alleanza tra la cosca Bellocco di Rosarno e il clan Spada per gestire il traffico di droga sul litorale romano. Ma soprattutto per assicurare che alcuni calabresi, titolari di esercizi commerciali a Ostia ed Anzio, non avessero problemi sul territorio. C'è anche questo nell'inchiesta del Ros dei carabinieri coordinata dalla procura di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.
E tra i 76 arresti di ieri, ci sono anche tre indagati legati al clan Spada: Manuel Granato, che sta scontando una condanna definitiva a sei anni e mezzo per alcune estorsioni e minacce nell'ambito dell'occupazione degli alloggi popolari a Ostia, ma anche per le gambizzazioni contro i Baficchio; Samy Serour Sammy l'egiziano e il fratello Ramy che, per conto del clan, avrebbero gestito pizzerie e locali commerciali a Ostia.
INCONTRO RIPRESO DAI CARABINIERI TRA CLAN SPADA E COSCA BELLOCCO
Gli accordi, secondo gli inquirenti, sarebbero nati nel carcere di Lanciano, dove i detenuti riuscivano a fare entrare cellulari e schede telefoniche e dove è nato il legame tra Umberto Bellocco, detto Chiacchiera, e Ramy Serour, arrestato nel gennaio 2018 come appartenente al clan Spada. Un'amicizia importante che garantiva a Serour anche dei privilegi all'interno dell'istituto.
«La verità fra' - dice al fratello non sapendo di essere intercettato - la verità, oggi io sono stato invitato ad un tavolo, eravamo diciassette persone, tutti... la ndrangheta!». A condurre le trattative con il clan romano per le partite di cocaina sarebbe stato Gioacchino Bonarrigo, 38 anni, anche lui arrestato nell'operazione di ieri.
Ex latitante arrestato nel 2017 ad Amsterdam, Bonarrigo sarebbe andato più volte a Ostia per incontrare esponenti degli Spada e rifornirli con la droga importata da Amsterdam. Mentre Serour si sarebbe occupato attraverso la moglie, di garantire al boss detenuto la consegna dei telefoni cellulari. La donna li avrebbe consegnati a un altro detenuto il quale, approfittando del suo status di semilibertà, li avrebbe portati all'interno.
Bellocco grazie al suo spessore criminale si sarebbe avvalso di alcuni detenuti che godevano del regime di semilibertà per rifornirsi dei telefonini. […]
Il 26 settembre 2019, Ramy Serour racconta a Maximimino Soto Rojas, la vita carceraria e le consuetudini all'interno del penitenziario di Lanciano. Soto Rojas, incuriosito dalla circostanza, chiedeva al Serour chi comandasse all'interno del carcere, alludendo chiaramente alle gerarchie criminali capaci di imporsi all'interno del penitenziario. «Fra, quell'amico mio che ti ho detto», e l'altro risponde «ah, Umbertino».
A quel punto, l'amico gli chiede di intervenire e lui si impegna a chiedere l'intervento di Bellocco: «Ho capito. Ora vedo se domani posso, adesso parlo con questo amico mio, vedo se ci può mandare qualcuno». Il nodo riguardava alcuni calabresi con interessi sul litorale che avevano posto in essere delle azioni criminali con il chiaro fine intimidatorio nei confronti delle consorterie locali. […]
Secondo la ricostruzione la trattativa per gestire la partita di droga avviene attraverso Gioacchino Bonarrigo e gli esponenti del clan Spada. «Francesco Palaia - si legge nell'ordinanza - spiegava a Bellocco come i rapporti tra le due cosche fossero buoni e che in passato li avessero già favoriti nello svolgimento di altre attività illecite». «L'organizzazione dell'operazione prendeva avvio a seguito della scarcerazione di Gioacchino Bonarrigo - scrive il gip - soggetto legato alla compagine diretta da Bellocco al quale venivano riconosciute indubbie capacità manageriali nel settore degli stupefacenti».
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