L'Inter è caduta in una spirale negativa senza all'apparenza via d'uscita. Dopo la prima parte di stagione vissuta con grande entusiasmo da tutto l'ambiente, a partire da Spalletti e dai tifosi, che ha raggiunto il picco durante le poche settimane in testa alla classifica, adesso che i nerazzurri rischiano di non raggiungere neanche l'obiettivo minimo della Champions gli umori sono sempre più tristi. Il problema principale di questa Inter secondo il suo allenatore è il continuo paragone con quella del passato, risaliamo a 8 stagioni fa quando Mourinho portò la squadra sul tetto d'Europa.
Il tecnico toscano spiegare il concetto ai microfoni del Corriere dello Sport: "Le maggiori difficoltà nascono da questi continui paragoni con i problemi degli anni precedenti. Questi paragoni portano a pensare che non ci si possa far niente se non aspettare che sia passata la tempesta. Quando invece noi avremmo bisogno di reazioni forti e immediate". Intanto un bilancio iniziale di questa altalenante prima stagione interista lo disegna così: "Potrei considerare una prima parte del campionato da 9 e una seconda parte da 4, ma il commento sotto sarebbe sempre lo stesso per entrambi i periodi: ho dato tutto quello che avevo ogni giorno. In caso di raggiungimento della Champions mi darei però 10, cioè il massimo. Se invece non ce la facessimo, il voto lo potrei dare dopo aver visto come non è stata raggiunta e chi è arrivato davanti".
Nei sogni di Spalletti c'era anche una sorta di "formazione virtuale" di cui comincia a parlare con una certa costanza. Uno speciale undici, figlio di un mercato incompleto, che il tecnico nerazzurro ha più volte sottolineato davanti alla stampa ma che nega di aver imputato ai suoi dirigenti: "Partiamo dal presupposto che io non attacco mai nessuno, ma difendo sempre la squadra. A pranzo ci abbiamo scherzato sopra e, visti i miei ultimi risultati, loro hanno detto che se aspirassero ad allenare una squadra, quella dovrebbe essere la mia. Ho una conoscenza profonda delle persone che compongono questa società e posso dirvi che l’unico loro obiettivo è il bene dell’Inter".
Infine il capitolo Nazionale, sempre più importanti in questo ultimi mesi di rivoluzione in Figc: "Il mio futuro è sempre quello che sto vivendo e la squadra che sto allenando. Difficile raggiungere obiettivi se non sei dentro anche al tuo futuro. Quindi il mio futuro in questo momento è riportare l’Inter in Champions. Chi è quindi l’uomo giusto per la panchina dell’Italia? Ancelotti. Ha il tutto che piace a tutti". Ma il suo sogno sarebbe quello di fare come il vecchio Bearzot: "Il mio sogno da tecnico è poter giocare una partita a scopa su un aereo con il presidente della Repubblica nel viaggio di ritorno dopo aver vinto una finale".
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