1. SPARITO L’AGENTE CHE AVEVA SPARATO: CHIUSA LA PAGINA FB, SILENZIO DEI LEGALI
Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
DARREN WILSON IL POLIZIOTTO CHE HA SPARATO A MICHAEL BROWN
Obama criticato per aver mandato tre funzionari della Casa Bianca al funerale in Missouri, il segretario alla Giustizia Eric Holder accusato da un editorialista di «discriminare i bianchi». E Hillary Clinton che, chiamata ad esprimersi sulla vicenda, non ha voluto fare commenti preferendo restare neutrale.
Mentre la famiglia e migliaia di persone piangono la morte di Michael Brown, c’è una parte dell’America che ricorda che il caso non è chiuso. «Immaginate come deve sentirsi la famiglia del poliziotto Darren Wilson» osservava ieri sera un commentatore sulla tv Cnn . Condannato dall’opinione pubblica prima ancora del verdetto».
L’identità del poliziotto era stata tenuta nascosta per una settimana. Poi, dopo che le autorità hanno rivelato il suo nome, Wilson è sparito nel nulla, sospeso senza paga durante l’inchiesta, e anche i suoi profili sui social media sono stati cancellati: si crede che sia sotto protezione della polizia. Non ha presentato la sua versione degli eventi, i suoi avvocati non rispondono a telefonate e email, e anche il sindacato della polizia tace. Intanto sono emersi alcuni particolari.
Anche lui è giovane: avrebbe 28 anni, ha finito le superiori nel 2004, e ha divorziato l’anno scorso dalla moglie. A febbraio era stato premiato dal dipartimento di polizia di Ferguson, dove ha lavorato per quattro anni, per il suo «servizio straordinario» (aveva bloccato una vendita di droga). «Orgoglioso di mio figlio», scrisse su Facebook suo padre John, che sullo stesso profilo ha diffuso nei giorni scorsi un altro messaggio: «Abbiamo bisogno delle vostre preghiere per un membro della nostra famiglia».
Pare che il padre di Darren viva ancora a St Peters, un sobborgo bianco di St Louis dove Darren è cresciuto, in una famiglia segnata da numerosi divorzi e problemi legali. Sua madre è morta quando aveva 16 anni, dopo essere stata coinvolta in un caso di frode e furto (aveva firmato assegni falsi). Il lavoro nella polizia — ha detto un amico al Washington Post — gli aveva offerto una stabilità e un senso di ordine che mancavano nella sua vita. È emerso però che, prima di arrivare a Ferguson (in una forza di polizia dove su 53 poliziotti solo tre sono neri), Wilson aveva lavorato nella vicina città di Jennings (dove su 49 poliziotti solo due erano neri).
La polizia venne denunciata più volte per eccesso di forza nei confronti della popolazione prevalentemente afroamericana: una volta un agente sparò contro l’auto di una donna con un bimbo a bordo per un’infrazione stradale. Il dipartimento di polizia di Jennings è stato smantellato nel 2011 e tutti gli agenti, incluso Wilson, licenziati — anche se il suo nome non è tra quelli dei poliziotti criticati per le loro azioni.
Oggi non manca chi crede nella sua innocenza. I suoi sostenitori hanno raccolto 350 mila dollari, e sono venute fuori testimonianze in suo favore. Una donna, identificatasi solo come «Josie» ha detto ai media che Wilson avrebbe sparato a Brown dopo essere stato aggredito dal ragazzo. Ma non è una testimone oculare. Fonti della polizia hanno detto che aveva la faccia gonfia dopo un alterco con il ragazzo e sarebbe stato portato in ospedale.
L’inchiesta dovrà valutare se quando ha sparato aveva buone ragioni per temere per la sua sicurezza. Intanto il caso di Ferguson ha diviso l’America. Un sondaggio del Pew Center ha mostrato che molti americani bianchi (il 47%) ritengono che i discorsi sulla razza siano un’esagerazione, mentre i neri gridano in strada che è una questione di vita o di morte.
2. USA: IN MIGLIAIA AI FUNERALI DI MICHAEL BROWN, ANCHE SPIKE LEE
(AGI) Migliaia di persone si sono radunate a St. Louis per i funerali di Michael Brown, il 18enne afroamericano ucciso lo scorso 9 agosto a Ferguson da un poliziotto in pieno giorno e mentre era disarmato. La chiesa dove si sono svolte le esequie, il Friendly Temple Missionari Baptist Church, in grado di ospitare oltre 2.500 persone, era stracolma gia' un'ora prima dell'inizio della cerimonia. A rendere omaggio a Michael anche 3 rappresentanti della Casa Bianca e alcune celebrita' come Spike Lee e il reverendo Jesse Jackson.
Ieri il padre del ragazzo ucciso, Michael Brown Senior, aveva chiesto di osservare "una giornata di silenzio" e l'appello sembra sia stato accolto dopo due settimane ininterrotte di proteste. Al dipartimento di polizia di Ferguson, un cartello scritto a mano recita "pausa per i funerali" mentre davanti alla chiesa sono in vendita magliette con scritte come "mani in alto, non sparare" o "riposa in pace Michael Brown". Sulla bara color oro e' stato posato il cappello della squadra di baseball St. Louis Cardinals che Michael indossava quando e' stato ucciso.
Ai funerali hanno partecipato circa 4.500 persone in un atmosfera molto composta, tra canti gospel, balli, preghiere, letture di Martin Luther King e aneddoti sulla vita di Michael. Il reverendo Charles Ewing, prozio di Michael, ha "chiesto giustizia" non solo per il nipote ma per tutte le giovani vittime innocenti. Il reverendo Al Sharpton, chiudendo la cerimonia, ha denunciato il fatto che un giovane venga seppellito invece di invece di iniziare la sua seconda settimana al college e ha esortato la comunita' afro-americana ad agire per un cambiamento invece di chiudersi in un "ghetto di pieta'".
Erano presenti anche i genitori di Trayvon Martin, il ragazzino afroamericano che nel 2012 venne ucciso in Florida da un volontario che e' poi stato assolto e quelli di Sean Bell, freddato dai poliziotti a New York nel 2006. "Mike era grosso ma gentile, aveva un cuore grande", ha sottolineato Ewing, dopo le polemiche scatenate dall'articolo pubblicato oggi sul New York Times dove si sostiene che Michael non sarebbe stato poi quell'angelo che familiari e amici dipingono, sottolineando il suo uso di droga e alcol.