Marco Lombardo per "il Giornale"
Parlare con un oggetto. Se ce l'avessero detto solo tre anni fa, avremmo pensato di essere andati fuori di testa. E invece ora che Alexa - l'assistente vocale di Amazon - ha giusto festeggiato il suo terzo anno di vita in Italia, la sensazione è che ci stiamo abituando.
Ovvero: la strada per sentirci a nostro agio colloquiando con un dispositivo digitale non è ancora completa. Ma siamo a buon punto. E la dimostrazione è l'uso sfrenato della voce di Amazon (come d'altronde quella anche della voce di Google o di Siri di Apple), segnalato dai i numeri.
Sempre più persone - ovvero noi in pratica - ultilizzano il mezzo vocale per avere informazioni o dare ordini ai device che abbiamo in casa. Avendo risposte con un linguaggio sempre più vicino a quello naturale, anche grazie agli studi dei 50 esperti del centro di ricerca e sviluppo di Amazon di Torino.
E quindi: Alexa ormai è diventata compagna di vita. La troviamo per esempio non solo in auto (perfino in una Maserati) e nelle Tv, ma anche nelle macchine del caffè, nei router, negli interruttori intelligenti, nelle lampadine smart.
Tutto questo anche grazie una grande community di sviluppatori, composta oggi da oltre 54.000 membri, che si impegnano ogni giorno per creare nuove Skill dedicate. cioè appunto quelle abilità che caratterizzano il servizio Amazon, consentendo l'ambito di utilizzo.
In Italia attualmente si contano oltre 4.500 Skill disponibili, di cui 544 dedicate esclusivamente alla Casa Intelligente. E solo nel 2021, sono state oltre 1.2 miliardi le interazioni tra i dispositivi intelligenti per la casa smart e 1 miliardo le interazioni con i principali sistemi di illuminazione.
Come si diceva dati travolgenti, visto che si parla di un aumento di conversazioni di oltre l'80% anno su anno, con un totale che quest'anno fin qui ha portato oltre 5 miliardi di interazioni tra gli utenti italiani e la voce guida delle nostre giornate.
Qui arriva il particolare curioso, perché Alexa sta diventando talmente un'abitudine che qualcuno comincia a trattarla come essere umano. Le rilevazione di questi tre anni di utilizzo portano a conclusioni sorprendenti, visto che oltre 7 milioni di volte, solo nel 2021, gli utenti Amazon hanno detto «ti voglio bene» alla propria voce digitale.
Molti bambini, per esempio, per i quali è quasi una baby sitter con i chip. Ma, dicono ad Amazon, anche adulti. Storture del progresso? Non tanto. Sembra fantascienza, ma l'utilizzo degli assistenti vocali non è più solo un gioco da bambini, visto che si sta allargando anche in ambito professionale.
Sempre più aziende utilizzano le voci digitali per esempio per fare selezione del personale o per programmare macchine per il lavoro. E parlare con un oggetto non è insomma più una follia. Lo sarà sempre meno, visto i tassi di crescita previsti nei prossimi anni.
Perché, banalmente, è meglio che digitare: fa perdere meno tempo e sta diventando sempre più preciso. Ed è, alla fine, quasi umano. Tanto che, come nel caso di Alexa, alla fine capita di sentirsi dire «buon compleanno».