Leonard Berberi per www.corriere.it
Dice Sara Nelson, presidente internazionale dell’Associazione degli assistenti di volo che no, «non abbiamo mai visto nulla del genere». E lo fa durante un’audizione pubblica con gli addetti ai lavori.
Aggiungono hostess e steward delle compagnie europee contattati gli ultimi tre giorni dal Corriere che «se l’andazzo non cambia rischiamo di dover gestire in quota passeggeri che non soltanto non seguono le regole sanitarie, ma che in più sono pure ubriachi o, come avviene su diverse rotte mediterranee, s’imbarcano sotto l’effetto di stupefacenti».
In quella che potrebbe essere la prima estate quasi normale ai tempi del Covid, il ritorno progressivo ai viaggi — anche di piacere — sta andando di pari passo con l’aumento delle liti a bordo con chi si rifiuta di indossare la mascherina protettiva o di indossarla correttamente coprendo naso e bocca. La vicenda della viaggiatrice problematica sul volo Ryanair Ibiza-Bergamo, racconta il personale di volo, «è solo l’ennesimo caso nelle ultime settimane».
Le regole poco chiare
La preoccupazione non è solo perché le tensioni in volo «non si sa mai come possono evolvere». Ma anche perché arriviamo da mesi di restrizioni «e quando salgono a bordo notiamo clienti stressati per l’allungamento delle procedure che portano dal terminal al velivolo e per l’aumento dei requisiti di viaggio, a partire dal certificato di negatività al coronavirus», racconta chi lavora nelle compagnie aeree soprattutto low cost.
«E a luglio e agosto, dove ci aspettiamo aerei pieni tra il 90 e il 100%, le occasioni di contatto si moltiplicano». «L’Italia, e l’Europa, non sono come gli Stati Uniti dove c’è un approccio più rigido nei confronti dei cosiddetti “unruly passengers”», proseguono dai vettori senza nascondere che preferirebbero non portare alla ribalta questo tema.
«Spesso le persone che abbiamo denunciato se la cavano con una ramanzina del giudice o delle forze dell’ordine», ammettono.
L’esempio Usa
Negli Stati Uniti la tolleranza è quasi zero. Nei primi cinque mesi di quest’anno la Faa — l’ente federale dell’aviazione Usa — ha sanzionato pesantemente undici passeggeri denunciati dalle compagnie come problematici perché si rifiutavano di indossare la mascherina o di coprire naso e bocca nel modo appropriato per un totale delle multe di 171.500 dollari, cioè circa 140 mila euro, stando ai dati raccolti dal Corriere.
Il più colpito è stato un viaggiatore che deve pagare 32.750 dollari per essersi rifiutato di seguire le regole sanitarie sul volo jetBlue dalla Repubblica Dominicana a New York il 7 febbraio scorso. Dal 1° gennaio la Faa calcola di aver ricevuto circa 2.600 segnalazioni di «unruly passengers» di cui quasi 2.000 riguardano la mancanza delle mascherine. Anche per questo — come segnala il New York Times — due compagnie, American Airlines e la low cost Southwest, hanno deciso di ritardare il ritorno degli alcolici da servire a bordo.
«Numeri in salita»
In Europa manca un database aggiornato sugli incidenti legati al mancato rispetto delle regole sanitarie. Il Corriere ha contattato le principali compagnie attive queste settimane in Italia. E in generale l’approccio è quello di «ridimensionare», anche per «evitare l’emulazione, soprattutto visto l’impatto sui social», come spiega un capo delle operazioni che riceve anche il resoconto sugli incidenti nei voli del giorno prima.
Certo, per ora non si tratta di un fenomeno allarmante: «I numeri sono ancora contenuti, ma bisogna monitorare e intervenire perché in salita», prosegue il dirigente.
Da Alitalia fanno sapere di non aver notato un incremento della tensione a bordo legato al mancato utilizzo delle mascherine, ma solo richiami a indossarle nel modo più appropriato, cioè coprendo naso e bocca. Lo stesso anche sui voli Lufthansa. «Dall’introduzione dell’obbligo al nostro personale è stato chiesto di prestare la massima attenzione», spiega un portavoce. E se qualcuno non rispetta la regola? «Glielo si ricorda oppure lo si cerca di convincere con buone argomentazioni», aggiunge in modo diplomatico.
Dalle compagnie
Il gruppo Air France-Klm per ora non vede un trend preoccupante, mentre Ryanair — protagonista suo malgrado del caso della viaggiatrice turbolenta sul volo da Ibiza a Bergamo lo scorso 26 maggio — si limita a spiegare che «il personale di bordo svolge un lavoro eccezionale per garantire e assicurare che tutti si attengano alle norme previste». Nessuna risposta è arrivata — almeno al momento della pubblicazione dell’articolo — da easyJet e Volotea, mentre un portavoce di Wizz Air conferma che sì, ci sono alcuni passeggeri redarguiti perché si rifiutavano di indossare bene la mascherina o di portarla proprio, «ma non sono in tanti», dice. Almeno per ora.
il volo ryanair dirottato a minsk