Annalisa Grandi per www.corriere.it
IL TWEET DI CHELSEA MANNING DOPO L'OPERAZIONE
In carcere aveva iniziato a sottoporsi alla terapia ormonale, poi era arrivata la grazia del presidente Barack Obama e la scarcerazione. Oggi Chelsea Manning, l’ex «talpa» di Wikileaks, festeggia la sua vittoria. Su Twitter posta una foto dall’ospedale, dopo la tanto agognata operazione di cambio sesso.
«Dopo un decennio di battaglia, tra le prigione, i tribunali, le compagnie assicurative, e uno sciopero della fame, questa settimana mi sono finalmente sottoposta all’intervento» scrive Chelsea.
Chelsea Manning, all’anagrafe Bradley Edward Manning, ex militare americano, transgender era stata condannata nel 2013 a 35 anni di carcere per aver consegnato a Wikileaks migliaia di documenti riservati, sottratti mentre svolgeva il suo incarico di analista dell’intelligence durante le operazioni militari americane in Iraq.
Nel 2016 aveva ottenuto di poter essere la prima trans a cambiare sesso in carcere. Poi era arrivata la grazia da parte del presidente americano Barack Obama, e Chelsea era stata scarcerata il 17 maggio del 2017. Nel 2018 aveva presentato la sua candidatura al Senato nel Maryland.
Ad agosto 2017 aveva posato in costume per la rivista «Vogue» e aveva raccontato tutta la sua felicità per la libertà ritrovata. In maggio, a Milano per il WiredNext Fest, poche ora prima di tentare il suicidio, aveva raccontato al Corriere il suo punto di vista sulla sorveglianza digitale e sull’erosione dei diritti umani.
«Le leggi non determinano la nostra esistenza, siamo noi a determinarla» ha twittato Chelsea dopo l’operazione di cambio sesso, in polemica con l’amministrazione Trump che secondo il «New York Times» si appresterebbe a varare una stretta sul riconoscimento dei diritti delle persone transgender.
Allo studio ci sarebbe un provvedimento che di fatto stabilisce che il sesso di una persona è determinato solo da «elementi biologici chiari e oggettivi», e quindi dall’essere alla nascita maschio o femmina. «Continueremo ad andare avanti e a combattere - ha scritto Chelsea - la nostra unica legge è esistere».
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