Andrea Morigi per “Libero quotidiano”
Madrid apre la strada ai "congedi mestruali", con un progetto di riforma, approvato ieri dalle Cortes, che riguarda la salute sessuale e riproduttiva e l'interruzione volontaria della gravidanza, introduce un congedo specifico per le donne che hanno mestruazioni dolorose e invalidanti, nonché la distribuzione di prodotti per l'igiene mestruale gratuiti in scuole, carceri, centri femminili, centri civici, centri sociali o enti pubblici, al fine di combattere la povertà mestruale.
La legge, che ora deve essere esaminata e votata anche dal Senato spagnolo passa a maggioranza, non certo all'unanimità, con 190 voti a favore, 154 contrari e 5 astensioni, per effetto delle polemiche che nei mesi scorsi hanno diviso la sinistra iberica. Da un lato il Psoe, cioè i socialisti del premier Pedro Sánchez e i sindacati, ai quali non sembra un successo un provvedimento che potrebbe marginalizzare le donne nella vita professionale e aumentare il divario che le separa dai colleghi maschi.
Le femmine in età fertile, infatti, avranno diritto a un periodo di malattia, rinnovabile di mese in mese e che, a discrezione del medico di base potrebbe essere esteso a più di tre giorni a seconda della sussistenza di un'incapacità temporanea e del grado di dolore che affligge le pazienti. I costi dell'interruzione del lavoro, comunque, sarebbero coperti interamente dalla previdenza sociale e non dal datore di lavoro, mentre attualmente colei che si assenta a causa di mestruazioni dolorose subisce una decurtazione dello stipendio, non viene pagata per i primi tre giorni di assenza e, a partire dal quarto giorno riceve il 60% della retribuzione.
Vox invece ha espresso la propria contrarietà e promette battaglia contro il provvedimento soprattutto perché, fra le altre cose, mira a introdurre l'aborto libero per le sedicenni e le diciassettenni, senza bisogno del consenso dei genitori. Lourdes Méndez, deputata del partito di destra, nel suo intervento in aula ha smascherato il gioco del governo, che intende introdurre il "diritto umano" di interrompere la gravidanza, in evidente contrasto con la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, ma in realtà apre all'arbitrio di uccidere il nascituro nel grembo materno. Tant' è che la norma è sostanzialmente tesa ad aggirare qualsiasi effetto dell'obiezione di coscienza, in quanto intende introdurre un registro dei medici e sanitari che non intendono rendersi complici dell'aborto ed eventualmente trasferirli dalle strutture ospedaliere ove non vi sia personale sufficiente a garantire l'esecuzione dell'intervento abortivo.
Si elimina inoltre l'obbligo dei tre giorni di riflessione dal momento in cui una donna chiede di abortire nonché l'obbligo di ricevere informazioni sulle risorse e gli aiuti disponibili in caso di prosecuzione della gravidanza. Si fa di tutto purché non vengano alla luce bambini, insomma. «Avanziamo in femminismo. Le donne devono poter decidere liberamente sulle loro vite», ha scritto su Twitter Sánchez. Il problema è che, come conseguenza della loro scelta, sopprimono i figli non ancora nati. E non sempre dispongono della razionalità o dei criteri necessari a stabilire cosa è lecito moralmente.
VIOLENTATORI A SPASSO La riforma prevede infatti anche le donne con disabilità potrebbero, nel caso in cui la legge entrasse in vigore, interrompere volontariamente la gravidanza senza il consenso dei tutori legali. Inoltre, si dispone che la pillola del giorno dopo sia gratuita nei centri sanitari e disponibile in tutte le farmacie e riconosce il diritto alle donne che si sottopongono all'aborto a un periodo di congedo per malattia durante la convalescenza. Fra le grandi intuizioni del ministro dell'Eguaglianza, Irene Montero vi è anche la legge sul consenso esplicito ai rapporti sessuali, che finora ha consentito la scarcerazione di almeno 60 aggressori.
dolori mestruali 9 dolori mestruali 5 dolori mestruali 1 dolori mestruali dolori mestruali 8