IL TEMPO DELLE SEGHE – SAPEVATE CHE ORA I SITI PORNO HANNO L’OBBLIGO DI VERIFICARE CHE I LORO UTENTI SIANO MAGGIORENNI? E' STATO STABILITO DAL "DECRETO CAIVANO", ENTRATO IN VIGORE DA PIU’ DI 6 MESI - MA TRANQUILLI: LE PIATTAFORME DI VIDEO HARD NON HANNO ANCORA RICEVUTO LE LINEE GUIDA PER IL RICONOSCIMENTO DEI MINORI – L’AGCOM STA VALUTANDO DUE SOLUZIONI, MA ENTRAMBE PRESENTANO PROBLEMI PER LA PRIVACY DEGLI UTENTI...

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Estratto dell’articolo di Arcangelo Rociola per www.repubblica.it

 

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C’è una parte del decreto Caivano che ancora non è entrata in vigore. Riguarda l’obbligo da parte dei siti porno di verificare in maniera forte che chi vi fa accesso abbia più di 18 anni. Doveva vedere la luce entro sei mesi dalla pubblicazione del decreto, […] ma al momento tutto è come prima.

 

Il motivo? Il decreto chiede ad Agcom di dare alle piattaforme le linee guida per il riconoscimento dei minori. Da quanto apprende la nostra testata, al momento le piattaforme le linee guida non le hanno ricevute. La situazione dovrebbe sbloccarsi con ogni probabilità a breve, visto che a giorni l'Autorità è chiamata a decidere. A decisione avvenuta, le piattaforme avranno altri sei mesi per adeguarsi. Da quanto siamo in grado di ricostruire, le possibili soluzioni sono due […]

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SOLUZIONE UNO, AGE ESTIMATION. COME FUNZIONA

Il primo sistema è chiamato 'Age estimation’, di fatto una stima dell’età dell’utente affidata a domande, un questionario fatto in diretta da software mossi da un’intelligenza artificiale in grado di capire dalle risposte l'effettiva età di chi vuole fare accesso al sito.

 

Un sistema semplice, a suo modo raffinato, ma che presenta qualche rischio: il software ad esempio potrebbe sbagliare la stima dell’età, magari per difetti suoi o per l’abilità di chi risponde alle sue domande. E soprattutto potrebbe contravvenire alle norme europee contrarie alla profilazione dei minori previste dal Digital Service Act (Dsa).

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SOLUZIONE DUE, AGE VERIFICATION. COME FUNZIONA

Più forte l’alternativa di ‘Age verification’. Una verifica dell’età fatta da un ente terzo (un istituto finanziario, una società di telecomunicazioni, un erogatore di servizi al cittadino). In questo caso il meccanismo prevederebbe che per accedere a un sito porno (o a un social se si ha più di 13 anni, come accade per il disegno di legge Madia-Mennuni), l’utente debba farsi fornire da questo ente indipendente una prova della sua età (ad esempio un Qr code, o un token, o un codice di qualche tipo da inserire sul sito).

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[…] Il terzo attore fornirà la prova dell'età senza essere tenuto a sapere il motivo della richiesta del codice. Mentre il sito avrà la conferma o meno della maggiore età dell'utente, senza sapere altri dati anagrafici dell'utente. Questo per garantire privacy e uso dei dati.

 

UN PROBLEMA NON DA POCO: CHI CHIEDERÀ PER PRIMO LA VERIFICA DELL’ETÀ?

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Entrambe le soluzioni presentano problemi e rischi. D'altro canto è sentire piuttosto diffuso che verificare l'età online, senza adottare sistemi estremamente invasivi, è impossibile. Mentre più difficile è che si possa prevedere l’uso della Carta di identità elettronica o di Spid, che avrebbero un sistema di verifica troppo forte, con una serie di dati personali del tutto superflui al fine del riconoscimento dell’età. Possibile invece che gli erogatori di Spid (da Poste a Tim) possano dare come servizio ulteriore questo della verifica dell’età per accesso a social o siti porno. […]

 

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