Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – ed. Roma”
C’è una maxi inchiesta della procura di Roma che sta per travolgere Poste. Figurano sedici indagati tra alti dirigenti, funzionari e rappresentanti legali, di tre grandi aziende italiane, accusati di aver pilotato gare pubbliche a suon di mazzette. Si tratta di un giro di corruzione scoperto dai magistrati per condizionare gli appalti e assegnarli agli amici.
Insomma a chi era disposto a pagare meglio, ad oliare gli ingranaggi della macchina. Questa la tesi di inquirenti e investigatori. Tre lunghi anni di indagine da parte della guardia di finanza stanno per concludersi con gli avvisi di 415 bis, la chiusura dell’inchiesta che è ormai alle porte. L’accusa dei pubblici ministeri di piazzale Clodio è netta: corruzione e turbativa d’asta. In ballo ci sono gare per decine di milioni di euro per prodotti informatici. […]
L’indagine nasce da una denuncia. Il titolare di un’impresa si accorge che qualche cosa non va in alcuni appalti. La sua azienda è in regola […] eppure viene sistematicamente esclusa. […] Ogni modifica per cercare di vincere una gara si rivela inutile. Dall’altro lato le stesse aziende, sempre le stesse aziende, vincono e ottengono importanti commesse a sei zeri.
All’inizio l’imprenditore ha solo dei sospetti. […] Eppure, la sua intuizione non si rivela infondata. Alla fine, con il passare del tempo, scopre qualche cosa. […] L’uomo si accorge che uno dei suoi principali concorrenti aveva presentato delle fatture false per dei servizi collegati all’informatica che non aveva mai eseguito. Ebbene le fatture false […] avevano una chiara funzione. Dovevano da un lato dimostrare che l’impresa era capace di erogare tutta una serie di prestazioni dall’altro che il volume d’affari dell’azienda le permetteva di poter concorrere a determinati appalti.
La prova scovata dall’imprenditore, costantemente esclusoda Poste, non diceva nulla sul presunto giro di mazzette […]. A questa conclusione […] sono arrivati i finanzieri del nucleo speciale spesa pubblica e il sostituto procuratore Giulia Guccione dopo le indagini. […]