attentati a parigi assato al bistrot 2
1.PARIGI: CINTURE ESPLOSIVE FABBRICATE IN CASA BRUXELLES
(ANSA) - Le cinture esplosive degli attentatori di Parigi sono state fabbricate in un appartamento di Schaerbeek, quartiere di Bruxelles. Lo riferisce oggi la Procura federale. Gli inquirenti ritengono che l'appartamento, affittato da un sospetto attualmente in custodia, è anche servito a Salah Abdeslam come rifugio dopo gli attentati.
Nell'ambito delle indagini aperte dopo gli attacchi di Parigi, la procura ha confermato oggi di aver scoperto materiale destinato alla preparazione di esplosivi durante una perquisizione effettuata il 10 dicembre scorso al terzo piano di un palazzo in rue Henri Bergé, a Schaerbeek. Inoltre, è stata trovata anche un'impronta digitale di Salah. L'appartamento era stato affittato sotto falso nome. La procura ha anche annunciato di aver trovato tre cinture fatte a mano, che secondo gli inquirenti sarebbero state destinate al trasporto di esplosivi.
2.PARIGI: MISTERO SU IDENTITÀ UOMO UCCISO, FORSE UN TUNISINO
PARIGI UOMO CINTURA 18MO ARRONDISSEMENT TERRORISTA
(ANSA) - Mistero sempre più fitto sull'identità dell'uomo ucciso ieri mentre si dirigeva, con un coltello in mano, verso il commissariato del 18/o arrondissement parigino. Il nome di Sallah Alì, 20 anni, marocchino, diffuso dopo la sua morte, è quello che l'uomo fermato per furto nel 2013, comunicò alla polizia. Ma il testo di rivendicazione a nome di Daesh, trovatogli in tasca, comincia con la frase "Je suis Abou..." (Io sono Abou...),e poi si legge un nome diverso, Tarek B., e alla terza riga si parla della città di "Tunisi".
Sallah Alì, presunta identità alla quale corrispondono le impronte digitali del cadavere, aveva detto nel 2013 all'epoca del fermo di essere marocchino, nato nel 1995 a Casablanca, in Marocco, e in quel momento senza fissa dimora. Ma tale identità non è ancora confermata.
3.PARIGI: UOMO UCCISO IERI ERA STATO ESPULSO NEL 2013
(ANSA) - Se non ci sono certezze sulla sua identità, si sa però che l'uomo ucciso ieri davanti a un commissariato parigino non avrebbe dovuto trovarsi in Francia. Secondo quanto appreso dagli inquirenti, infatti, dopo l'arresto per furto nel 2013 a Saint-Maxime, in Costa azzurra, l'uomo che si era presentato come Sallah Alì, 20 anni, marocchino, si era visto notificare l'ordine di espulsione dalla Francia.
4.FINTA CINTURA ESPLOSIVA E COLTELLO A PARIGI TORNA L' INCUBO ATTENTATI
Paolo Levi per “la Stampa”
Una mannaia, una sorta di finta cintura esplosiva e la bandiera nera dei terroristi dello Stato islamico. A un anno esatto dagli attentati contro la redazione parigina di Charlie Hebdo l' ombra nera dell' Isis torna a scuotere Parigi. Un uomo armato di un coltello da macellaio e con una «pochette dalla quale spuntavano fili elettrici» è stato ucciso davanti a un commissariato di polizia nel diciottesimo arrondissement, lo stesso quartiere parigino in cui sarebbe dovuto teoricamente passare all' azione Salah Abdeslam, il terrorista fuggiasco delle stragi di venerdì 13 novembre, a due passi da Montmartre e dalla Basilica del Sacro Cuore.
L' aggressore, poi identificato come un marocchino di 20 anni, è stato abbattuto dal fuoco degli agenti schierati davanti alla stazione di polizia mentre puntava l' ingresso al grido di «Allah è grande». Nella replica delle forze dell' ordine un altro individuo sarebbe rimasto ferito a un piede.
Con l' ausilio di un robot telecomandato gli artificieri hanno esaminato il cadavere per rintracciare eventuali tracce di esplosivo ma sul corpo del ragazzo non è stato trovato nulla. Secondo fonti di polizia, il presunto jihadista ha «agito secondo le modalità impartite dallo Stato islamico». Ma in quella che è una delle zone più povere e disagiate di Parigi - con un' altissima concentrazione di musulmani, è qui che qualche anno fa Marine Le Pen incendiò gli spiriti denunciando le preghiere in strada dei fedeli islamici sulla Rue Myrha - molti abitanti non credono alla versione ufficiale.
Per loro, l' uomo apparentemente senza fissa dimora avanzava con le braccia alzate e non aveva intenzioni aggressive. «Ormai la psicosi investe anche la polizia», deplora Charlotte, una ragazza sulla trentina che ha assistito alla sparatoria. Difficile crederle. Il testo di rivendicazione che è stato ritrovato in tasca al presunto assalitore ucciso parla di «atto per vendicare i morti in Siria» e giura fedeltà all' autoproclamato califfo dell' Isis, Al-Baghdadi. Nel pezzo di carta manoscritto in arabo era anche disegnata la bandiera del Califfato. Sul suo telefono cellulare messaggi in tedesco e in arabo.
Forse era uno squilibrato Pochi minuti prima dello sventato attacco, in tarda mattinata, nel quartiere della Goutte d' Or, Hollande aveva usato parole a dir poco premonitrici. «Il terrorismo non ha smesso di far pesare sul nostro Paese una minaccia spaventosa», ha avvertito il presidente nel solenne discorso davanti agli agenti della prefettura per commemorare l' anniversario delle vittime degli attentati a Charlie Hebdo e all' HyperCacher della Porte de Vincennes. Commemorazioni che si sono protratte nel tardo pomeriggio in Place de la République con un fiume di parigini che ha reso omaggio alle vittime.
L' ufficio della procura ha aperto un' inchiesta per «tentativo di omicidio contro pubblici ufficiali a scopo terroristico» e l' ha affidata alla sezione anti-terrorismo dopo la scoperta di elementi «incontrovertibili». Secondo il ministro della Giustizia, Christiane Taubira, il ventenne marocchino «era noto e schedato per atti di piccola criminalità», ma «da quanto sembra finora questa persona non aveva alcun legame con la radicalizzazione islamica violenta».
La ministra non esclude che possa trattarsi di uno «squilibrato» che ha agito da solo. Ma a questo punto nella Parigi in stato d' allerta in molti si chiedono quale sia la differenza. «C' è davvero qualcuno tra i sanguinari terroristi che possa considerarsi "equilibrato"?».