Valentina Marotta per https://corrierefiorentino.corriere.it
Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono stati assolti nel processo di appello riguardante l’emissione di fatture false. I coniugi, genitori di Matteo Renzi leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio, sono stati assolti perché “il fatto non costituisce reato”. Pena ridotta per l’imprenditore Luigi Dagostino, “il re degli outlet”, che è stato condannato a 9 mesi per truffa.
Il processo era relativo a due e fatture risalenti al 2015, una per un importo di 20mila euro e l’altra di 140mila euro, relative a studi di fattibilità che Tramor - società di gestione dell’outlet The Mall di Reggello (Firenze) di cui all’epoca era amministratore delegato Luigi Dagostino - aveva incaricato le società Party ed Eventi 6, facenti capo ai genitori dell’ex segretario del Pd.
In primo grado Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano stati condannati a un anno e nove mesi, mentre a Dagostino era stata inflitta una pena di due anni, la procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne.
Laura Bovoli in aula
Per quasi quindici minuti Laura Bovoli ha rilasciato dichiarazioni spontanee nell’aula 30 del palazzo di giustizia di Firenze: «Non ho mai fatto fatture false. Ho fiducia nella legge. Credo che la legge sia uguale per tutti, anche per chi si chiama Renzi. Mio marito è esperto nel settore commerciale ma non capisce nulla in amministrazione. Mi assumo completamente la responsabilità della fattura da 20 mila euro fatta da Party per un lavoro ben preciso che avrebbe dovuto svilupparsi: attirare i clienti verso quei negozi poco frequentati nell’outlet the mall.
Un progetto mai andato fino in fondo perché, grazie al fango gettato dalla stampa sono stata costretta a chiudere l’azienda. Mio figlio, allora a Palazzo Chigi, mi ha detto di chiudere l’azienda. E cosi feci. Ma dopo 30 anni di lavoro potevo rovinarmi per 20 mila euro?»
Tiziano Renzi: «Il marito di un magistrato chiese una raccomandazione»
«Due anni fa sono stato condannato a 22 mesi di carcere» ma «non ho mai chiesto nulla a mio figlio Matteo», anzi «mi ha riferito che anni fa il marito di una magistrata si era rivolto a lui per una raccomandazione». Tiziano Renzi lo ha detto in un suo excursus in cui ha ribadito più volte la sua innocenza e l’estraneità alle accuse e anche di non aver chiesto favori al figlio Matteo Renzi.
«Mentre noi eravamo impegnati nel processo, ho scoperto che la procura di Firenze aveva un’indagine parallela nella quale ero accusato di traffico di influenze. Questo presunto reato fu archiviato nell’aprile 2022, due anni dopo la condanna di cui stiamo discutendo in appello, sarebbe stato commesso ancora una volta con Dagostino.
Lo avrei aiutato commettendo il reato di traffico di influenze e ciò avrebbe giustificato il pagamento della fattura oggetto dell’odierno processo. Fattura che sarebbe falsa perché emessa per coprire un’altra prestazione, quella teoricamente illecita oggetto del traffico di influenze» che però è, appunto, reato archiviato.
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