Una riunione particolare. In un momento drammatico per la magistratura, in pieno scandalo Csm. A Roma è riunito il comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, per il rinnovo della giunta. E la seduta è segnata dalle dimissioni del numero uno, il presidente Pasquale Grasso.
Nel suo discorso di apertura, Grasso ha chiesto chiarezza. "Mi farò da parte se richiesto, non avendo intenzione di invelenire una situazione già molto complicata. Chiedo a tutti, però, una posizione chiara e un'assunzione di responsabilità". Dopo aver ascoltato gli interventi, e aver colto un segnale di sfiducia, ha tratto le conseguenze. "Vi ho ascoltato - ha detto - vi comprendo e ovviamente rassegno le mie dimissioni". E poi, amareggiato: "Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me".
E ancora: "Confido nella capacità di tutti di dimostrare con i fatti, e non solo con le parole, la volontà di essere promotori di un reale cambio di passo, di voler essere persone che rappresentano persone. Persone che hanno bisogno di noi per mettere nero su bianco il proprio disagio. Ne hanno bisogno e urgenza".
Grasso nei giorni scorsi aveva lasciato la sua corrente, Magistratura indipendente - quella di destra, la più coinvolta dallo scandalo - non condividendone la linea adottata sui togati autosospesi del Csm, cioè in dissenso con la scelta iniziale di non farli dimettere. Una posizione che oggi Grasso ha ribadito, parlando di "netta frattura tra il sottoscritto e Mi".
Si va dunque verso la resa dei conti interna. Tra gli scenari, la possibilità che nasca una nuova giunta, composta da Unicost e dalle toghe progressiste di Area, e, forse, anche dai rappresentanti di Autonomia&Indipendenza.