TONNO SCOTTATO! COLPI DI PISTOLA CONTRO LA SEDE DEL RE DEL TONNO PIPPO CALLIPO A SAN PIETRO LAMETINO, FRAZIONE DI LAMEZIA TERME: “QUESTE AZIONI SONO SEGNALI DI AVVERTIMENTO PER DIRE CHE BISOGNA RAGGIUNGERE UN ACCORDO CON CHI COMANDA NELLA ZONA PER CHIUDERE UN “PATTO” SUL PAGAMENTO DEL PIZZO. MA NON C’È PANE PER I LORO DENTI, NON C’È MAI STATO. IO ACCORDI NON NE FACCIO CON NESSUNO. SE QUALCUNO AVESSE RIPRISTINATO I MODERNI SISTEMI DI TELECAMERE…”

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Carlo Macrì per corriere.it - Estratti

 

 

pippo callipo pippo callipo

Pippo Callipo, il re del tonno, mantiene inalterata la sua forte tempra, anche all’indomani dell’ennesimo episodio criminale subito ai danni di una sua azienda. Sabato sera due individui hanno sparato diversi colpi di pistola all’indirizzo di un magazzino dell’azienda alimentare, nell’area industriale di San Pietro Lametino.

 

«Hanno voluto fare una dimostrazione di forza», dice l’imprenditore, «sapendo che a sorvegliare sul capannone c’era un vigilantes». Un’azione di forza che non ha scalfito il coraggio di Pippo Callipo, sempre pronto, ormai da cinquant’anni, a fare i conti con bande criminali che a scadenza quasi annuale, si fanno sentire per dimostrare che esiste ancora, l’impegno della mazzetta da parte di tutti gli imprenditori.

 

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«Queste azioni sono segnali di avvertimento»

«Non c’è pane per i loro denti, non c’è mai stato», spiega Callipo. «Queste azioni sono segnali di avvertimento per dire che bisogna raggiungere un accordo con chi comanda nella zona per chiudere un “patto” sul pagamento del pizzo». Tempo perso per Pippo Callipo. «Io accordi non ne faccio con nessuno. I miei interlocutori privilegiati sono i miei 500 dipendenti. L’unica cosa che mi secca in queste vicende e che devo perdere tempo a denunciare. Per il resto ho una corazza così forte da resistere a colpi più potenti».

 

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E se c’è un piccolo rammarico per quello che accade, Callipo l’ha manifesto parlando di una Calabria che deve fare i conti con disagi e difficoltà che si consumano quotidianamente a scapito di imprenditori e cittadini. «Se qualcuno avesse ripristinato i moderni sistemi di telecamere di cui è fornita la zona industriale di Lamezia, sabotati da qualche anno, certamente i pistoleri non avrebbero avuto gioco facile. Purtroppo», dice l’imprenditore, «l’Ente che ha in gestione la videosorveglianza, non ha i fondi per effettuare la manutenzione».

 

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