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L'unica cosa certa è che Ivana Smit, conturbante modella olandese appena 18enne, è stata trovata morta il 7 dicembre scorso in un balcone al sesto piano di un hotel di lusso di Kuala Lumpur, in Malesia, dopo essere precipitata nuda dalla stanza al ventesimo piano in cui aveva passato l'ennesima notte a base di sesso, alcol e cocaina insieme alla coppia con cui aveva intrecciato da tempo un triangolo a luci rosse: il 44enne americano Alexander Amado Johnson, magnate delle criptovalute (le monete digitali come i bitcoin) e la 31enne moglie kazaka Luna Almaz.
Tutto il resto è un mistero: a quattro mesi di distanza non si sa ancora se si sia trattato di un suicidio, di una disgrazia o di un omicidio. Da un lato Alexander e Luna parlano di un tragico incidente, dall'altro i lividi sul corpo e dietro la testa della ragazza appaiono non compatibili con la caduta e danno vita a sospetti inquietanti.
Senza contare le testimonianze di alcuni vicini di stanza che avevano parlato di urla e liti durante quella notte. La famiglia di Ivana, convinta che ci siano troppi lati oscuri da chiarire, ha annunciato battaglia e per far luce sulla vicenda ha assoldato due detective privati, l'ex poliziotto inglese e celebrità della tv Mark Williams-Thomas e l'avvocato David Wells: secondo loro la caduta non è stata assolutamente frutto di un incidente e l'Interpol aprirà certamente un fascicolo per assassinio.
In un primo momento la polizia aveva chiuso il caso con estrema rapidità e aveva rilasciato i coniugi senza accuse, dopo due settimane di detenzione, declassando la questione da possibile omicidio a tragica fatalità legata all'assunzione di droga.
Un atteggiamento che non stupisce, vista l'attenzione del Paese, in cui dilaga la corruzione, nei confronti degli stranieri ricchi. A quel punto la famiglia di Ivana volò a Kuala Lumpur per protestare, ottenendo che venisse aperta una nuova indagine. Il mese scorso, però, all'ambasciatore olandese è stato comunicato che il caso era stato definitivamente chiuso confermando la "tragica fatalità". Una tesi che per molti è poco convincente, visti i lividi sulle braccia, sul collo e dietro la testa di Ivana riscontrati dal patologo Frank van de Goot che ha effettuato una seconda autopsia quando il cadavere congelato della ragazza è stato riportato in Olanda: lividi subiti prima della caduta.
Alexander e Luna, dal canto loro, ammettono di aver fatto sesso con Ivana quella notte, di aver bevuto molto e di aver visto che la ragazza si drogava, ma sostengono che la caduta sia stata un incidente. Il 6 dicembre erano andati a ballare tutti insieme, poi si erano chiusi nella camera d'albergo e, dopo una notte di sesso, si erano addormentati.
All'ora di pranzo Luna si sveglia e trova i vestiti di Ivana sparsi in salotto: pensa che l'amica abbia preso in prestito i suoi abiti per andare su un set fotografico e si riaddormenta. Alle 17 lei e il marito vengono svegliati dalla polizia: Ivana era stata trovata morta alle 14.20 da un dipendente dell'hotel.
Entrambi vengono arrestati, mentre la loro figlia di cinque anni viene affidata alla bambinaia, e passano due settimane in carcere. Alla fine, però, vengono rilasciati perché non ci sono prove contro di loro e nel loro sangue non erano state trovate tracce di alcol o droghe, mentre l'autopsia rivela che Ivana aveva assunto alcol e cocaina.
«Questo caso è una dimostrazione di come notizie false possano distruggere le persone» protesta Alex esibendo varie minacce di morte ricevute da quando è stata resa pubblica l'accusa di omicidio da parte della famiglia e dei detective e raccontando anche di un tentativo di rapire la figlia.
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