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Nuovo schiaffone alla libertà in Cina dove si sta pensando di spedire in carcere chi indossa abiti sbagliati che offendono la sensibilità degli altri.
I legislatori hanno recentemente pubblicato una bozza di revisione della legge che vieta una serie di comportamenti tra cui l’abbigliamento o il linguaggio che possono essere “dannosi o feriscono i sentimenti del popolo cinese”.
Ma i legislatori non hanno spiegato cosa potrebbe spedire le persone in carcere per 15 giorni o cosa potrebbe far scattare la multa fino a 5.000 yuan (680 dollari). Si tratta dell’ennesima riprova di come Xi Jinping sia impegnato a reprimere le libertà civili in una nazione di circa 1,4 miliardi di persone.
L'anno scorso la polizia di Suzhou, una città vicino a Shanghai, ha arrestato una donna perché indossava un kimono in pubblico.
La Cina ha una faida di lunga data con il Giappone per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale, una disputa che è stata recentemente esacerbata dalla decisione di Tokyo di rilasciare nell’oceano le acque trattate della centrale nucleare di Fukushima.
Le autorità hanno imposto un giro di vite contro le persone che indossano magliette con arcobaleni ai concerti e distribuiscono bandiere con il simbolo pro-LGBTQ. L'episodio della bandiera è avvenuto alla prestigiosa Università Tsinghua.
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