1.NIGERIANO UCCISO A FERMO, MINACCE E INSULTI ALLA TESTIMONE - CHIAMÒ LEI IL 118. "MI DANNO DELLA RAZZISTA, VIVO IN UN INCUBO"
Fabio Castori per http://www.quotidiano.net/ - ''Il resto del Carlino''
Non vive più Pisana Bachetti, la donna che ha assistito alla rissa tra Amedeo Mancini, Emmanuel Chidi Namdi e la moglie. La sua vita, tra insulti, minacce e accuse di mitomania, è diventata un inferno. Eppure la testimone, che è stata persino cancellata da Facebook, appartiene a una famiglia notoriamente di sinistra e antirazzista.
Signora Bachetti, cosa è accaduto dopo la sua testimonianza alla polizia e il racconto fatto su Facebook?
«La mia vita è diventata un inferno. E questo solo per aver fatto quello che ogni cittadino nella mia situazione avrebbe dovuto fare: chiamare la polizia perché c’era un rissa in corso».
Cosa ha visto quel maledetto pomeriggio?
«Purtroppo ho assistito alla scena e ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare un pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con un segnale stradale trovato nei pressi. Quando ho assistito a quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano, che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore».
È vero che dopo la sua testimonianza le giungono minacce e insulti da tutte le parti d’Italia?
«Si è vero. Ricevo chiamate da tutta Italia. Appena dieci minuti fa mi è stato inviato l’ultimo messaggio in cui mi davano della nazista. Ed è solo uno dei tanti che mi giungono. Ora mi dovete lasciare in pace. Tutti. Non voglio più essere disturbata, basta, lasciatemi in pace, non voglio dire più niente né parlare con nessuno. Sono stata sbattuta in prima pagina prima del nome del presunto assassino solo per aver detto la verità».
Che tipo di insulti ha ricevuto?
«L’elenco è lungo: xenofoba, e tanto altro ancora. Sto vivendo un incubo. Sono solo una cittadina fermana, mai stata razzista, che ha avuto la sfortuna di trovarsi in quel luogo e di assistere alla rissa che ha portato alla morte di quel povero ragazzo. Ho fatto solo il mio dovere da cittadina e ora mi trovo all’inferno. Non mi resta altro da fare che aspettare la fine di questo incubo. Mi hanno cancellato il profilo Facebook, non c’è più niente, hanno cancellato i miei amici, tutte le mie foto, tutti i miei ricordi. Basta ora, lasciatemi in pace».
2.FERMO, AUTOPSIA SUL NIGERIANO UCCISO: FATALE LA CADUTA - SOLO UN PUGNO AL VOLTO. E L'ULTRÀ IN CELLA HA FERITE COMPATIBILI CON LA COLLUTTAZIONE
Fabio Castori per http://www.quotidiano.net/ - ''Il resto del Carlino''
Emmanuel Chidi Namdi non è stato colpito con il palo della segnaletica stradale, ma solo con un pugno. È questo quanto emerso dall’autopsia effettuata ieri sulla salma del rifugiato politico nigeriano tragicamente morto dopo una rissa. L’esame autoptico, effettuato dal medico legale Alessia Romanelli, ha stabilito che il decesso è stato provocato dalla frattura posteriore del cranio, con conseguente emorragia, compatibile con la caduta all’indietro della vittima e l’impatto con un marciapiede. La morte quindi non è stata causata neanche dal pugno sferrato da Mancini, che, seppur forte, ha arrecato solo lesioni al labbro e alla mandibola, senza danni alla dentatura, che è risultata integra. I risultati dell’autopsia cambiano radicalmente le carte in tavola e confermano ulteriormente la versione fornita dall’indagato e dai testimoni. Fondamentale anche l’ispezione del medico legale effettuata in carcere nel primo pomeriggio di ieri sul corpo dell’ultrà di Fermo accusato di omicidio preterintenzionale.
- NIGERIANO UCCISO A FERMO: TUTTO QUELLO CHE NON TORNA
Giuseppe De Lorenzo per www.ilgiornale.it
Sono tanti, troppi gli interrogativi sulla vicenda di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano morto a Fermo dopo una rissa con un ultrà locale. Due le versioni su cui ora la Procura dovrà fare chiarezza. Da una parte c'è Chinyery, la moglie del nigeriano. Dall'altra Amedeo Mancini, ora in carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale.
1) Le due versioni
I racconti della moglie della vittima e del presunto omicida discordano. E non di poco. Partiamo dalla versione raccontata alla stampa e alla polizia da Chinyery. La donna racconta che con suo marito stavano passeggiando vicino al seminario vescovile che li ospita, quando Mancini li avrebbe insultati ("scimmia africana", la frase razzista) e poi picchiati.
"Eravamo usciti per comprare una crema per il corpo - ha detto Chinyere a Repubblica - Passeggiavamo, quando all’improvviso quei signori hanno cominciato a insultarmi. “Africans scimmia”, “africans scimmia”. (Mancini) mi ha preso, mi ha spinto, mi ha dato un calcio. Emmanuel mi ha difeso. Quel segnale stradale l’ha preso l’uomo italiano, però, poi lo ha colpito. Ed Emmanuel è caduto per terra". Secondo la donna durante la rissa Mancini prende il cartello per colpire il marito alla testa, poi gli avrebbe sferrato un calcio facendolo cadere a terra.
Mancini, invece, sostiene di aver visto i due nigeriani "armeggiare intorno ad una auto" e di averli quindi insultati (l'appellativo "scimmia africana" è forse l'unico punto certo). Poi la coppia sarebbe andata avanti, per tornare indietro e dar vita alla rissa con l'ultrà. Il quale denuncia di essere stato colpito con un palo dei segnali stradali sradicato da Emmanuel da terra. E per questo di essersi difeso con un pugno.
2) Come è morto Emmanuel?
All'inizio si pensava, basandosi anche sulla versione raccontata dalla donna, che il nigeriano fosse morto a causa del pestaggio subito da Mancini. Ma l'autopsia ha certificato che l'uomo è morto a causa di una frattura al cranio, dovuta con ogni probabilità ad una caduta. Mancini lo avrebbe colpito con "un unico pugno" tra il labbro inferiore e la mandibola sinistra che - si legge nell'autopsia - "era forte ma non fortissimo", tanto che non ha provocato la rottura dei denti. Il pugno però non sarebbe la causa della morte.
Sul corpo di Emmanuel sono stati trovati un ematoma al polpaccio e alcuni graffi. Il corpo della vittima, comunque, non presenta segni evidenti di pestaggio violento (come invece raccontato dalla moglie della vittima), essendo il suo corpo "quasi totalmente integro". Rimane però il forte dubbio che l'ematoma al polpaccio sia stato causato da un colpo proveniente dal cartello stradale.
3) Chi ha usato il segnale stradale?
Su questo punto si hanno alcune informazioni ma poche certezze. Come detto, entrambe le parti in causa accusano l'altra di aver usato per primo il segnale stradale. La difesa è certa che a estrarlo da terra sia stato Emmanuel, per difendere l'onore offeso della moglie. Ed anche la Procura crede sia così.
Ieri, infatti, il medico legale ha visitato in carcere Amedeo Mancini. Secondo quanto raccontato dal suo legale, Francesco De Minicis, presente alla visita, all'ultrà è stato trovato un "grave ematoma al fianco" e un morso sul braccio sinistro (l'uomo dice di averlo ricevuto da Chinyery). L'ematoma sarebbe la "prova" che Mancini sarebbe stato "preso a sprangate" dal nigeriano. Il pugno, è la linea del legale, è da inserire quindi in un contesto di legittima difesa.
4) I testimoni
A suffragare la versione dell'ultrà ci sarebbero 4 testimoni oculari. I quali, scrive Il Resto del Carlino, sarebbero stati ritenuti "attendibili" anche dalla Procura. Tutte concordano nel dire che il nigeriano avrebbe aggredito Mancini, il quale - caduto a terra - avrebbe poi colpito con il pungo fatale Emmanuel. Il nigeriano cade e finisce in coma dopo aver battuto la testa. Una delle testimoni, Pisana Bacchetti, racconta alla stampa: "Ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare un pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con un segnale stradale trovato nei pressi".
Emmanuel avrebbe colpito Mancini con "colpi di karate", mentre la moglie gli dava calci gridando "schimmia a chi? scimmia a chi?". Il problema è che Pisana Bacchetti (ora minacciata da più parti) è arrivata a rissa già iniziata e non può dire chi sia stato il primo a colpire. Alcuni hanno messo in dubbio l'attendibilità della testimone, che è stata cancelltata da Facebook.
La seconda testimone, scesa nei momenti della rissa dal bus, si chiama Milena Temperini. La donna riferisce di aver visto il nigeriano spintonare l'ultrà e colpirlo con il segnale stradale. Poi il fermano cade a terra e i nigeriani si allontanano. A quel punto, Mancini si rialza, raggiunge la coppia, inizia una seconda rissa alla fine della quale Emmanuel si accascia a terra.
"Le risultanze istruttorie sono in piena evoluzione - ha detto però detto l'avvocato Letizia Astorri che difende la donna - e qualunque valutazione espressa oggi è una valutazione di parte. I dati oggettivi sono i dati processuali, parleranno le carte, e la perizia sull'esame autoptico deve essere ancora depositata". Sembra quindi non voler credere alle prime indiscrezioni sull'autopsia.
5) I vigili hanno visto?
Secondo il Resto del Carlino, infine, bisogna riportare anche le testimoniaze riportate dagli agenti della municipale arrivati sul luogo. Due vigili avrebbero detto che al loro arrivo la rissa era in corso e che "il 36enne nigeriano, che si trovava in piedi vicino a loro, senza mostrare alcun segno di malessere, sia caduto improvvisamente all’indietro. Entrambi hanno ribadito che in quel momento l’uomo non ha ricevuto alcun colpo". Eppure il tenente Stefano Muccichini scrive nel suo verbale di essere arrivato con Emmanuel già a terra, e di aver ascoltato i presenti.
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