1 - LA NORMALE DICE NO: “STOP AGLI ACCORDI CON TEL AVIV”
Estratto dell’articolo di Lorenzo Giarelli e Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano”
Prima Torino e Bari, ora Pisa. […] Dopo una sessione-fiume del Senato accademico, infatti, la Normale ha approvato una mozione in cui chiede al ministero degli Esteri di “riconsiderare” il bando scientifico 2024, emesso il 21 novembre scorso, in attuazione dell’Accordo di cooperazione industriale scientifica e tecnologica Italia-Israele.
L’avviso pubblico – che è aperto a tutti gli atenei e i cui termini scadranno il 10 aprile – è uno dei punti più contestati dai collettivi studenteschi nella mobilitazione nazionale permanente che ha portato alle iniziative dell’ultima settimana e all’occupazione del rettorato della Sapienza di Roma.
Nella mozione, la Normale chiede “il rilascio degli ostaggi e un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”, poi sottolinea “l’inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese” in atto da mesi. Non solo.
Richiamando “l’articolo 11 della Costituzione” (quello per cui l’Italia “ripudia” la guerra), la Normale “si impegna a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento a Gaza”. E perciò si “chiede al Maeci di riconsiderare il bando scientifico 2024”.
truppe israeliane sparano sui palestinesi in attesa di aiuti a gaza city 9
[…] CONTRO IL BANDO del Maeci non si sono schierati solo gli studenti. Quasi 2 mila tra docenti, ricercatori e personale delle università italiane hanno infatti sottoscritto una lettera aperta inviata il 29 febbraio scorso al ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Il finanziamento – si legge nella missiva – potrebbe essere utilizzato per sviluppare tecnologia dual use, ovvero a impiego sia civile che militare, e che la terza linea di finanziamento delle tecnologie ottiche potrebbe essere utilizzata per sviluppare device di sorveglianza di ultima generazione, anche a uso bellico”.
DONNE ISRAELIANE RAPITE DA HAMAS
Questo, sostengono i sottoscrittori, “aggraverebbe le responsabilità internazionali del nostro Paese poiché, nonostante le rassicurazioni del governo, l’Italia non sembra aver interrotto l’esportazione di armi verso Tel Aviv”. Tra i punti del bando c’è lo sviluppo di tecnologie legate a “ottica di precisione, elettronica e quantistica, per applicazioni di frontiera, come i rilevatori di onde gravitazionali di prossima generazione”. Tanti i soldi in ballo. Il Maeci finanzierà ogni progetto per il 50% fino a un massimo di 100 mila euro. L’altra parte la pagherà Israele. […]
2 - "DAGLI STUDENTI LA STESSA RETORICA DI HAMAS L'UNIVERSITÀ MUTA PUÒ SEMBRARE COMPLICE"
Estratto dell’articolo di Andrea Joly per “La Stampa”
«Urlare in piazza che Israele è uno Stato etno-suprematista, che pratica l'apartheid e il genocidio, è una terribile riproposizione della retorica di Hamas». Susanna Terracini, unica docente del Senato accademico dell'Università di Torino che aveva votato contro la mozione per la sospensione degli accordi con Israele tramite il bando Maeci, parla delle proteste che si stanno allargando in tutta Italia. E lo fa perché gli studenti ebrei in Italia denunciano di avere «paura di frequentare le aule per il clima d'odio».
[…] «L'equazione "contro Israele, contro gli ebrei" è sbagliata ma tristemente naturale. Dire che Israele è uno Stato etno-suprematista che pratica apartheid e genocidio, cose non vere, è tremendo. È la stessa retorica di Hamas. Attaccando uno Stato con parole così forti si giustifica qualsiasi azione, anche lanciare la bomba H».
[…] Sbaglia chi esprime dissenso contro la guerra?
«Certo che no. Condannare le stragi di civili, chiedere un cessate il fuoco e volere la liberazione degli ostaggi è giusto. Israele è criticabile sotto tanti punti di vista, e tanto».
Ma?
«Non così. Se uno conosce la realtà sa anche che c'è un'enorme apertura e che come ogni collettività di esseri umani è fatta di tante persone che la pensano diversamente».
Nessuno mette in dubbio questo, ma le azioni del governo.
«E Israele è uno Stato che dovrebbe forse essere più laico. Ma all'interno del Paese non ci sono discriminazioni tra religioni. In compenso, mi sembra che nella retorica degli studenti manchi qualcosa».
Cosa?
«Le parole di disapprovazione per la detenzione degli ostaggi di Hamas e per quanto avvenuto il 7 ottobre. Sembra quasi che sia tutto giustificato, che dicano: Israele merita ciò che subisce».
soldati israeliani esultano per i bombardamenti su gaza
Quindi continua a criticare la scelta dell'Università che ha votato per la sospensione degli accordi con Israele?
«Non è la soluzione, il boicottaggio accademico peggiora le cose allontanando il dialogo tra popoli».
Sbaglia chi protesta e sbagliano le Università, per lei.
«Fin qui hanno usato toni e misure sbagliate, che hanno aggravato il clima. E se l'Università non entra nel merito dei toni, rimanendo muta, rischia di sembrare complice a una retorica che, ripeto, è quella di Hamas».
i video dei terroristi di hamas che lanciano razzi