1. «CALCI, PUGNI E MOLESTIE SUL TRENO» AGGUATO ALLA LICEALE, MAGREBINI IN FUGA
Nicola Palma per ''Il Giorno - Quotidiano Nazionale''
Un' aggressione violentissima. Nella carrozza di un treno.
Le molestie. I palpeggiamenti. La reazione. La raffica di calci e pugni. La vittima stesa a terra e pestata da due uomini sui 25 anni descritti come magrebini. Forse uno lo conosce già, o comunque potrebbe essere quel giovane che da mesi la perseguita (sui social) chiedendole con insistenza un incontro di persona (venendo sempre respinto). La vicenda, con parecchi aspetti ancora da chiarire e tuttora al vaglio degli investigatori, ha inizio a metà pomeriggio di giovedì (ma emergerà solo nella tarda mattinata di venerdì).
La ragazza - ha 15 anni e la chiameremo Sara - sale sul regionale in partenza alle 14.42 dalla stazione di Porta Genova: è una pendolare, ogni giorno fa su e giù da Vigevano, in provincia di Pavia, dove vive con i genitori, perché studia in un liceo artistico di Milano. Con lei ci sono un' amica che ha incontrato lungo la banchina e un' estranea: si siedono nell' ultimo scompartimento, quello in cui i passeggeri ciclisti possono posteggiare la propria bici.
L' altra ragazza scende ad Abbiategrasso. Sara resta da sola, manca una fermata all' arrivo. A quel punto, entrano in scena i due aggressori, che probabilmente erano già sul treno a osservarla da lontano: indossano entrambi jeans e felpa con cappuccio. Si avvicinano, ma lei li respinge. E allora si scatena la furia. Sara cade e viene travolta da calci e pugni; poi uno dei due le sbatte la testa contro la porta del treno. La ragazza è sotto choc, ma a casa non racconterà nulla alla madre: forse per paura, forse per non farla spaventare.
La mattina dopo, la quindicenne riprende la sua vita come niente fosse: risale sul regionale Mortara-Milano e va a scuola. A metà mattina, però, i dolori si sono fatti lancinanti, con giramenti di testa e conati di vomito. Le compagne di classe si insospettiscono e le offrono aiuto. In quel momento, probabilmente, Sara capisce di non poter resistere ancora a quelle fitte al fianco e dice tutto alle amiche: saranno loro ad accompagnarla in ospedale.
Prima viene visitata al centro specializzato Anti violenze della clinica Mangiagalli; poi viene portata alla pediatrica De Marchi, dove i medici riscontrano una frattura dell' undicesima costola destra e diversi ematomi alla schiena e al bacino con una prognosi di 30 giorni. Qui inizia la seconda parte della storia, con gli agenti delle Volanti e della Polmetro della questura a cercare di capire cosa sia davvero successo per dare un volto agli aggressori.
In audizione protetta, con l' ausilio di uno psicologo, la quindicenne aggiunge particolari al racconto. E rivela innanzitutto che da qualche tempo è in contatto sul web con un ragazzo che si è fatto via via più pressante: prima l' amicizia su Facebook, poi le richieste continue di vedersi di persona; richieste sempre rispedite al mittente, assicura lei. E arriviamo a quel giovedì pomeriggio.
Uscita da scuola, Sara prende un tram per raggiungere la stazione di Porta Genova, e già sul mezzo pubblico, avrebbe spiegato, avverte la sensazione di essere seguita da qualcuno. Quindi il viaggio in treno. L' amica che scende ad Abbiategrasso e lei che resta da sola. L' aggressione. E il volto di uno dei due che potrebbe essere lo stesso di chi la stava tormentando via internet. I poliziotti stanno visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza: sia quelle posizionate lungo il percorso del tram, sia quelle nelle stazioni della linea Milano-Mortara.
2. SOS AGGRESSIONI, INCUBO SUI BINARI UN POLIZIOTTO OGNI 1.300 PENDOLARI
Giambattista Anastasio per ''Il Giorno - Quotidiano Nazionale''
La Milano-Mortara, linea sulla quale giovedì è stata aggredita la 15enne di Vigevano, è da almeno due anni nell' elenco delle linee ferroviarie più pericolose della Lombardia. Un elenco che fu scritto a più mani da Trenord, la società che fa viaggiare i treni regionali, dai sindacati e dalla prefettura di Milano nell' estate 2015, quando sembrava che qualcosa potesse davvero cambiare sul fronte della sicurezza di chi si sposta o lavora lungo la strada ferrata.
Quella fu un' estate calda. Dal 6 giugno al 2 luglio, a bordo delle carrozze o sulle banchine delle stazioni, si verificarono quattro aggressioni per alcuni versi senza precedenti. La serie nera si aprì con le botte rifilate a un 28enne non vedente alla stazione di Lambrate per proseguire con l' aggressione a colpi di machete ai danni del controllore Carlo Di Napoli da parte di tre salvadoregni sulla Rho-Rogoredo.
Un' escalation che convince tutti a ritrovarsi in prefettura e provare a dare un segnale. A distanza di due anni, il trasporto regionale lombardo si trova con una buona manciata di accordi, protocolli e carte firmate ma ancora sprovvisto degli uomini necessari a onorarli. Ora Lega Nord e Fratelli d' Italia tornano a chiedere al governo di inviare i militari sui convogli. A oggi la fotografia è impietosa. Ogni giorno in Lombardia corrono 2.300 treni per un totale di 700mila passeggeri. Numeri riferiti solo al trasporto regionale.
A fronte di un tale volume di traffico gli uomini della polizia ferroviaria sono 560, la media è di un agente ogni 1.250 passeggeri. I presidi della polizia ferroviaria sono stati sistematicamente chiusi anche lungo le linee ritenute più pericolose. Lungo la Milano-Mortara non c' è più alcun posto della polfer.
Lungo la Seregno-Milano, altra tratta inclusa nella short list delle tratte dove spesso e volentieri comandano i violenti, c' è un solo posto della polfer, quello di Monza. Peccato, però, che chiuda alle 19, proprio quando molti pendolari salgono sui treni per tornare a casa dal lavoro. Nel 2016 la polfer in Lombardia è riuscita a scortare 16.204 treni, tradotto: il 2% dei treni che ogni anno attraversano la regione.
Lo sforzo degli agenti c' è: i controlli a bordo nel 2016 sono stati 16.549, il 10% in più del 2015. Ma la sproporzione tra i volumi del traffico ferroviario lombardo e la disponibilità effettiva di uomini vanifica tale sforzo. Ad agosto 2015 il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, annunciò l' impiego di vigilantes armati sui convogli.
Un annuncio scandito a più riprese, l' ultima a novembre, quando il governatore disse di volerne arruolare 300. A oggi, secondo Trenord, le guardie giurate armate in servizio sui treni sono «una settantina». Per 700mila viaggiatori e 839mila corse all' anno.