Mentre si scatena il dibattito sugli organismi geneticamente modificati, è interessante ricordare che la manipolazione genetica attraverso la coltivazione selettiva ha da sempre accompagnato la relazione tra esseri umani e i prodotti di cui si alimentavano.
Un OGM è essenzialmente la modifica del dna per ottenere una determinata caratteristica in un prodotto. Ad esempio, la resistenza ai virus, la tolleranza ai diserbanti, fino a un miglioramento dei valori nutrizionali.
Un tempo però gli agricoltori non disponevano di questi mezzi (e ancora oggi in molti continuano a non usarli) così ricorsero a coltivazione e allevamento selettivi che più o meno ottengono gli stessi effetti degli OGM, ma che richiedono generazioni e generazioni per portare dei risultati (pensate a quanto tempo c'è voluto per trasformare i lupi nei loro discendenti chihuahua).
Ed è esattamente così che abbiamo ottenuto le banane moderne. Un tempo (tra 7.000 e 10.000 anni fa) assomigliavano a tutt’altro: erano grandi, dure e contenevano dei grossi semi scuri.
La pesca, invece, fu scoperta dagli agricoltori nel 4000 aC e di generazione in generazione fu resa più grossa e succosa. Così come la conosciamo oggi, la pesca è 16 volte più grande, il 27% più succosa, e molto più nutriente del suo antenato selvatico più simile a una ciliegia.
Le prime carote risalgono al decimo secolo in Persia e Asia minore. Originariamente erano bianche e viola, con una sottile radice anch’essa commestibile.
Gli scienziati concordano sul fatto che il cocomero nacque in Africa circa 5000 anni fa, anche se non si ancora dove esattamente. Ma l'anguria non è stato sempre il frutto dolce, gustoso, rinfrescante che conosciamo. In realtà era amaro, molto più rotondo e con una strana polpa verde chiaro all’interno. I cocomeri venivano utilizzati solo perché perfetti per conservare acqua e rimanevano commestibili anche dopo mesi sotto al sole.
Il mais è uno degli alimenti più antichi e in 10.000 anni lo abbiamo trasformato nella sua forma più efficiente. Ovvero 1000 volte più grande di quella originale, 3,5 volte più dolce, e molto più facile da allevare e sbucciare.
Ma forse la più strana di tutte è la melanzana. Nel corso della storia, la melanzana ha cambiato forma e colore diverse volte. Dal bianco al viola, al giallo, perfino all’azzurro. È stata sferica, spinosa, oblunga. Nel corso del tempo, le parti più appuntite sono scomparse dal patrimonio genetico ed è diventata il grosso e saporito frutto che conosciamo.