Anais Ginori per repubblica.it
«È diventata molto aggressiva, isterica, mi ha dato un pugno in faccia, poi sul collo, avevo segni dappertutto». Finora non si conosceva la versione che Bertrand Cantat aveva dato ai magistrati della tragica notte in cui aveva ucciso di botte la sua allora compagna, l’attrice Marie Trintignant. Le immagini della sua testimonianza, rivelate ieri per la prima volta da una tv francese in occasione della giornata mondiale contro i femminicidi, ricalca quello che molti avvocati osservano nelle vicende di violenza sulle donne. E cioè il tentativo dell’aggressore di discolparsi facendo passare la vittima per una pazza, un’«isterica», una provocatrice violenta.
Era il 23 agosto 2003, tre settimane dopo la morte dell’attrice francese in Lituania, dove stava girando un film e Cantat l’aveva raggiunta. Davanti ai magistrati, l’allora leader della popolare band dei Noir Désir cerca di giustificarsi, dice di essere stato picchiato. Mostra presunte botte al viso, sulle braccia. «Lei urlava, urlava tutto il tempo» racconta. Si vede il suo avvocato sussurrare alcune frasi, incitare l’artista nella linea di difesa. «Nessuno ha pensato che l’aggressività potesse venire da qualcun altro che da me» dice Cantat come per giustificarsi. Delle lesioni di Cantat non esistono referti medici. L’autopsia registra invece una ventina di colpi inferti sul corpo dell’attrice, tra cui diversi ematomi in faccia, le ossa del naso fratturate, due nervi ottici distaccati, numerose ferite alle gambe, nella parte bassa della schiena, sulla pancia e sulle braccia.
Il video della testimonianza di Cantat, un tempo idolo della sinistra alternativa, prosegue. «È successo nella follia, nella furia. È difficile descriverlo precisamente. Sono andato in preda alla rabbia e da lì ho cominciato a schiaffeggiarla». Un magistrato chiede al cantante di spiegare meglio come ha colpito la donna. «Non erano piccoli ma grandi schiaffi, e avevo anelli sulle dita». Cantat muove le braccia, imita il gesto, fa un suono di esplosione con la bocca. «Erano grandi colpi come questo. Quattro, cinque, sei volte. Forte, forte». Mostra le mani. «Ho usato entrambi i lati». E poi l’epilogo: «Ho cercato di buttarla sul divano, ma è caduta accanto, ho mancato il colpo». Il cantante aspetterà sei ore per chiamare i soccorsi, mentre l’attrice quarantenne giace a terra, in coma.
Forse anche grazie alla linea di difesa, il rocker è stato condannato solo a otto anni per omicidio colposo. Liberato nel 2007, ha ricominciato la sua carriera d’artista, incidendo un nuovo disco dal titolo Amor Fati (“Accettare il proprio destino”). In pubblico Cantat non ha mai ripetuto la versione che aveva dato ai maigstrati lituani ma deve averne parlato al suo entourage. La tv M6 ha intervistato i suoi famigliari, tra cui il fratello Xavier che senza alcun pudore getta fango su Trintignant. «Alcune persone del mondo dello spettacolo — dice l’uomo — mi avevano raccontato che era una squilibrata, fragile, a volte violenta. Era la ragazza giusta per fare festa e sesso».
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