Da corriere.it
MATTARELLA ALLA NUVOLA DI FUKSAS
Il Presidente Sergio Mattarella è andato oggi in visita alla Nuvola di Fuksas che ospita uno dei più grandi centri di vaccinazione in Italia. Il capo dello Stato ha rivolto diverse domande sul funzionamento della struttura e ha salutato da lontano i presenti con un messaggio di speranza:
«Teniamo duro, ce la faremo». «Lo ringrazio per questo atto di sensibilità e vicinanza verso le operatrici e gli operatrici della sanità del Lazio impegnati nella campagna vaccinale» ha scritto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti su Facebook.
VACCINO IN LOMBARDIA
Sara Bettoni per milano.corriere.it
L’appuntamento vaccinale confermato e annullato poche ore dopo. «Buchi» che permettono di chiedere l’iniezione anche a chi non ne ha diritto (per ora). Il portale regionale di Aria spa si inceppa ancora.
Nato per raccogliere le adesioni al vaccino anti-Covid e per comunicare ai cittadini dove e quando ricevere la puntura, ha creato più di un intoppo ad una campagna già difficile. Tant’è che per la fase «massiva» Regione ha scelto di usare un altro strumento, messo a disposizione gratuitamente da Poste Italiane.
Ma ci vorranno tre settimane per avere la nuova piattaforma. Nel frattempo tocca fare i conti con quella made in Lombardy e con tutti i suoi difetti. Gli ultimi aneddoti in merito risalgono a ieri. Una nonna over 80 riceve il tanto atteso messaggio: «Caro cittadino, Regione Lombardia la invita alla vaccinazione anti-Covid 19». Seguono i dettagli su dove presentarsi e quando. La gioia viene spazzata via poco dopo, da un nuovo trillo del cellulare. L’appuntamento viene cancellato.
«A causa di un problema tecnico abbiamo inviato un messaggio con informazioni non corrette. Seguirà nel più breve tempo possibile un nuovo messaggio di invito». Lo stesso disguido è stato segnalato da alcuni insegnanti. Perché le convocazioni sono state revocate? «Un problema di agende e di slot disponibili» spiegano dall’assessorato alla Sanità, senza dare ulteriori precisazioni.
Tra giovedì e ieri è emersa anche un’altra falla. Due dei tre canali disponibili permetterebbero di registrare chiunque per il vaccino, non solo gli appartenenti alle categorie che ora hanno la precedenza. Il «filtro» è attivo nel portale dedicato ai cittadini, ma sarebbe saltato in quello dei farmacisti e dei medici di famiglia. La notizia è girata velocemente, il telefono degli ambulatori è tornato a squillare come alla partenza della campagna. «Dottore, ho sentito che da lei mi posso iscrivere. È vero? E in farmacia?».
Le prenotazioni improprie però non andrebbero comunque a buon fine. Chi ha aderito senza averne diritto non dovrebbe ricevere l’sms per l’appuntamento. Non è chiaro se quei nominativi verranno conservati o si dovrà procedere con una nuova registrazione sulla piattaforma di Poste che verrà adottata per le vaccinazioni di massa.
VACCINO ANTI COVID REGIONE LOMBARDIA
Aiuterà a mettere un freno ai furbetti la nota che la Regione ha appena inviato ai farmacisti. Da oggi questi professionisti potranno raccogliere le iscrizioni solo degli over 80, così da superare «eventuali cortocircuiti informativi». Finora sono 567 mila i nonni lombardi che hanno già chiesto di essere protetti dal Covid sui circa 726 mila totali. Dal 18 febbraio a ieri in 101.574 hanno ricevuto la prima dose. Sono inoltre in attesa del vaccino 125.935 appartenenti al mondo della scuola, per i quali le somministrazioni cominceranno lunedì. Hanno detto sì anche 13 mila cittadini tra i 60 e i 79 anni dei Comuni ad alto rischio.
REGIONE LOMBARDIA VACCINAZIONE
Vaccinare il più possibile e in fretta è l’obiettivo del Pirellone. Lo ha ribadito ieri la vicepresidente Letizia Moratti, nel corso della conferenza Stato-Regioni. «Crediamo sia fondamentale poter garantire almeno una dose di vaccino a tutti i lombardi entro la fine di giugno — ha detto —. Dobbiamo puntare a dare una prima protezione a tutti i nostri cittadini». Moratti ha anche ripetuto che sarebbe favorevole ad estendere l’uso del vaccino Astrazeneca, ora consigliato solo fino ai 65 anni. L’assessore alla Sanità insiste poi sul coinvolgimento degli specializzandi e dei medici di medicina generale come vaccinatori. Segno che il problema della disponibilità di dosi non è l’unico da superare per iniziare a correre con le iniezioni.