Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
«Perché va a New York?». «Conosce qualcuno a Miami?». «Mi può dire dove pernotterà?». Il metodo israeliano anti-terroristi «plana» sul suolo americano: partono da oggi le nuove procedure di sicurezza per tutti i voli, compresi quelli dall'Italia, diretti negli Stati Uniti. Procedure che prevedono interviste - che possono anche assumere le sembianze di un interrogatorio - nei confronti di alcuni o tutti i passeggeri al momento del check-in o dell' imbarco.
L' obiettivo è quello di accertare l' assenza di soggetti rischiosi ponendo loro domande sulla motivazione della visita e facendo approfondimenti sui contatti personali.
Lufthansa ed Emirates, Air France e Cathay Pacific, così come la low cost di lungo raggio Norwegian Air, hanno iniziato ad avvertire i propri viaggiatori - via messaggino o e-mail - della possibilità di un breve colloquio in aeroporto, suggerendo di presentarsi almeno tre ore prima dell' imbarco. Anche se non è sempre chiaro dove avverranno le «interviste di sicurezza», se al bancone del check-in o prima di salire a bordo. In parallelo maggiori ispezioni saranno effettuate sui dispositivi elettronici come smartphone, tablet e computer portatili.
La novità riguarderà 325 mila passeggeri - su circa 2.100 voli commerciali - che ogni giorno decollano da 280 scali di 105 Stati e sono diretti in America. «Il Transportation security administration lavorerà con le compagnie per verificare che vengano introdotte tutte le procedure», fa sapere in un comunicato Lucy Martinez, portavoce dell' agenzia governativa che si occupa dei controlli negli aeroporti.
Più di un vettore però si dichiara perplesso, sottolineando il rischio di ritardi nei voli. Cathay Pacific intanto ha annunciato di aver sospeso il servizio cittadino di check-in e di consegna del bagaglio per i viaggiatori su voli verso gli Stati Uniti. Chi salirà su un jet di Singapore Airlines potrà incorrere in verifiche ulteriori sui telefonini.
«Le minacce alla sicurezza dell' industria dell' aviazione sono cosa nota, ma in questo caso il governo Usa non ha condiviso nessun allarme specifico prima di cambiare le regole», ha commentato Alexandre de Juniac, numero uno dell' International Air Transport Association (Iata), l' associazione mondiale alla quale aderiscono 275 compagnie aeree. «Assistiamo a qualcosa di insolito: l' introduzione unilaterale di misure di questo genere senza nemmeno aver consultato preventivamente gli addetti del settore. Questo è davvero preoccupante».
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