Beatrice Montini per “corriere.it”
Un medico legale egiziano sostiene che i «resti umani» recuperati del volo dell’Egyptair (caduto nel mediterraneo giovedì scorso con 66 persone a bordo) suggeriscono che ci sia stata un’esplosione a bordo. Il medico fa parte del team investigativo che ha esaminato i corpi trovati nel punto in cui l’aereo è caduto e ha parlato all’agenzia di stampa Ap volendo però restare anonimo. Secondo il medico l’esame viene condotto su «80 pezzi» trovati al largo di Alessandria ma nessuna «parte intera di un corpo, come un braccio o una testa».
Secondo il medico legale quindi «la spiegazione logica è che si è trattato di una esplosione»: «Ma non ho idea di che tipo di esplosione sia stata», ha aggiunto. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters comunque sui resti «non sono state trovate tracce d’esplosivo».
Le informazioni, insomma, sono ancora contraddittorie. Sempre secondo la fonte medica dal primo rapporto autoptico emerge anche che «i corpi non sono stati divorati da pesci» e «non si sono modificati dopo essere caduti in acqua» e «le analisi proseguono».
«Nessuna virata»
Si infittisce dunque di misteri e indiscrezioni la ricostruzione di quanto accaduto al volo, partito da Parigi e diretto al Cairo, esploso poco prima dell’atterraggio in Egitto: tutte le 66 persone a bordo sono morte quando l’Airbus 320 si è schiantato nel Mediterraneo . Sul disastro aereo non ci sono più certezze neppure au uno dei pochi punti che sembravano accertati finora: le brusche virate dell’Airbus 320 segnalate nel dettaglio dalla Grecia e che l’Egitto adesso smentisce.
«L’aereo è apparso ad un’altezza di 37 mila piedi all’interno dello spazio aereo (greco, ndr) senza alcuna deviazione, poi è scomparso dagli schermi dei radar dopo meno di un minuto», ha dichiarato Ehab Mohieldin, l’amministratore delegato del Nansc, l’Ente nazionale egiziano di servizi per la navigazione aerea.
Anche se non lo ha esplicitato, la dichiarazione è in aperto contrasto con quella resa già giovedì, poche ore dopo il disastro, dal ministro della Difesa greco Panos Kammenos: «immediatamente dopo essere entrato nella Fir», la «flight information region» del Cairo, «ha compiuto brusche virate e una discesa che descrivo così: 90 gradi a sinistra e poi 360 gradi a destra». Kammenos aveva anche parlato di un violenta perdita di quota del velivolo di 6.700 metri («da 37.000 a 15.000 piedi») di cui il responsabile egiziano non parla.
La caccia alle scatole nere
Alla caccia alle scatole nere condotta con un sottomarino-robot egiziano in grado di operare a 3.000 metri di profondità, quella del fondale in cui si sta cercando il relitto, si è unito nelle ultime ore il ricognitore francese «Jacoubet» dotato di un sonar capace di individuare segnali di registratori di volo sommersi.
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