Rinaldo Frignani per www.corriere.it
Si chiamano Valerio del Grosso e Paolo Pirino, 20 e 21 anni, e vivono a San Basilio i due autori dell’uccisione di Luca Sacchi. Poco dopo le 11 la procura ha emesso un decreto di fermo per omicidio volontario in concorso e rapina. Indagini lampo, dunque, grazie alla proficua collaborazione di carabinieri e squadra mobile, coordinati dal procuratore reggente Michele Prestipino, l’aggiunta Nunzia D’Elia e il pm Nadia Plastina. I due non si sono costituiti come emerso in un primo momento ma a loro sono arrivati gli inquirenti per gradi ascoltando numerose persone per tutta la giornata di giovedì, e dopo la denuncia in un commissariato di zona dei genitori di uno dei due fermati.
La denuncia della madre
In particolare la madre di uno dei due si è recata alle 3 di venerdì al commissariato San Basilio per denunciare il figlio. I due ragazzi sono stati portati in questura: Pirino è stato catturato sul terrazzo condominiale di un palazzo di Tor Pignattara, Del Grosso è stato trovato in un albergo a Tor Cervara. La ricostruzione sulla quale dovrà esprimersi il gip per convalidare l’arresto vede Luca e Anastasiya che chiedono droga ai due (forse hashish). I pusher, che facevano la ronda nei dintorni del pub in cerca di clienti con la loro auto chiedono di vedere i soldi, che la 25enne tira fuori dalla borsa. Poi tornano nella Smart ma si ripresentano armati per strappare la stessa borsa e fuggire senza aver completato lo scambio. Ma Luca reagisce, colpisce uno dei due e l’altro gli esplode un colpo alla nuca che non gli lascia scampo.
«Non hanno ammesso loro responsabilità»
Come hanno spiegato il capo della Squadra mobile Luigi Silipo e il colonnello dei carabinieri Mario Conio del Comando del reparto operativo provinciale, «i due fermati non hanno ammesso loro responsabilità. Sono stati rintracciati e catturati durante l’attività di indagine congiunta scattata subito dopo i fatti. Sono stati individuati nei luoghi dove si nascondevano». In particolare, uno dei due ventenni, è stato rintracciato nella sua abitazione.
La svolta
Squadra mobile e Nucleo investigativo dell’Arma, coordinati dalla procura, avevano stretto il cerchio attorno ai presunti killer del 24enne morto giovedì mattina all’ospedale San Giovanni dopo essere stato ferito alla testa da un colpo di pistola davanti a un pub di via Franco Bartoloni. La fidanzata Anastasia ha raccontato che il giovane è intervenuto per difenderla nel corso di una rapina da parte di due soggetti scesi da una Smart bianca che volevano la sua borsa. Ricostruzione tuttora al vaglio di chi indaga.
Il padre di Luca: «Mio figlio non frequentava brutti giri»
«Mio figlio era una persona perbene, un bravissimo ragazzo che non aveva problemi con nessuno e non frequentava brutti giri», ha detto fra le lacrime Alfonso Sacchi, il padre di Luca. Decisive per l’identificazione dei due sarebbero state anche le immagini di alcune telecamere puntate sulla zona del ferimento che hanno consentito di individuare l’auto dei fuggiaschi. I due sono stati così condotti in Questura dove sono rimasti per tutta la notte sotto interrogatorio. Non è chiaro se il revolver sia stato ritrovato mentre nelle mani degli investigatori c’è la borsa della ragazza, che è tuttora ricoverata in ospedale per una contusione alla testa, non grave.
Anastasya: «Macché droga, Luca era solo amore»
La stessa cosa dice al Tg1 Anastasya, la ragazza di Luca aggredita con lui: «”Noi con la droga non c’entriamo niente, Luca mi ha difeso perché quei due mi avevano picchiata e lui era un ragazzo forte. Luca era amore, ha dato tanto amore e ne ha ricevuto tanto, altro che droga. Noi eravamo lì per guardare il fratello di Luca che era nel pub, solo questo». E piange.
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