luca petrucci
1- CASO LUSI:DIFESA SENATORE, SI E'ASSUNTO SUE RESPONSABILITA'
(ANSA) - "Il senatore Lusi si è assunto tutte le proprie responsabilità: ha illustrato, con dovizia dei particolari dovuta alla magistratura inquirente, il meccanismo del sistema del quale lui solo, nella sua autonomia di tesoriere, era responsabile e ha ribadito di essere pronto all'immediata restituzione di tutto quanto in suo possesso di proprietà della Margherita". Lo afferma in una nota Luca Petrucci, difensore di Luigi Lusi, indagato per appropriazione indebita e trasferimento fraudolento di beni.
2-CASO LUSI: DIFESA, HA PARLATO SOLO DI FATTI CHE CONOSCE
(ANSA) - "Leggo, strabiliato, sui giornali di oggi - prosegue l'avvocato di Lusi, Petrucci - alcuni resoconti delle 6 ore di interrogatorio. Visto che ero presente, posso affermare che alcuni di questi riportano addirittura dei virgolettati mai pronunciati su circostanze assolutamente non corrispondenti neanche lontanamente a quanto dichiarato dal mio assistito". Per Petrucci "Lusi non ha parlato di fatti o di responsabilità di terzi dei quali non è a conoscenza".
3- «AI VERTICI DELLA MARGHERITA PATTO PER SPARTIRE I SOLDI» LUSI 6 ORE IN PROCURA: MI SONO ACCOLLATO SPESE ALTRUI
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
Un interrogatorio di sei ore apre la nuova fase dell'inchiesta sui soldi sottratti dalle casse della Margherita. Perché Luigi Lusi, il tesoriere accusato di aver utilizzato a fini personali circa 20 milioni di euro provenienti dai rimborsi elettorali, mostra di voler collaborare con i pubblici ministeri.
E rivela: «C'è stato un accordo per spartirsi i soldi tra alcuni esponenti del partito, i vertici della Margherita lo sapevano», e in questo modo chiama in causa il segretario Francesco Rutelli e il presidente Enzo Bianco. Poi racconta di essere stato una sorta di garante di questo patto e aggiunge: «Mi sono accollato anche le spese di altri». Quanto basta per comprendere che le indagini potrebbero prendere strade inaspettate e dai risultati clamorosi.
luigi lusi«Adesso sono più sereno, ho risposto a tutte le domande, abbiamo parlato di conti», dichiara alle 22 mentre lascia il Palazzo di Giustizia. «Mi assumo tutte le responsabilità», aveva detto il 14 gennaio scorso quando credeva di poter chiudere la vicenda patteggiando una pena a un anno di reclusione e restituendo cinque milioni di euro al partito. Ora l'atteggiamento è radicalmente mutato.
Secca la replica della Margherita: «Ritengo del tutto illogico che i leader sapessero e approvassero le ruberie ai loro danni», ha detto Titta Madia, legale del partito.
Sono le 15.30 di ieri, quando il senatore indagato si presenta di fronte ai titolari dell'inchiesta Alberto Caperna e Stefano Pesci che lo attendono insieme al nuovo procuratore Giuseppe Pignatone. Sul tavolo hanno la prima relazione del perito della Banca d'Italia che sta ricostruendo il percorso dei bonifici ordinati da Lusi e degli assegni «liberi» che ha emesso tra il 2007 e il 2011.
Soldi che sono stati prelevati dal conto intestato alla Margherita aperto presso la filiale della Bnl all'interno della Camera dei deputati. Al momento di arrivare in Procura il parlamentare aveva cercato di sottrarsi alle domande dei giornalisti, ma quando gli era stato chiesto conto dei viaggi, dei pranzi e di tutte le spese elencate nel dossier che gli stessi leader del partito hanno consegnato ai magistrati aveva affermato: «Qualcun altro ha usato le mie carte di credito». Una frase che poi inserisce nel verbale di interrogatorio specificando come quella carta di credito fosse del partito e quindi affidata talvolta anche ad altri parlamentari che la usavano liberamente.
FRANCESCO RUTELLISa bene Lusi che i biglietti aerei e le prenotazioni dei lussuosi hotel sono tutti a suo nome. Sa altrettanto bene che era proprio lui a pagare i conti da centinaia di euro dei ristoranti. Ma il messaggio è lanciato, serve a far capire che la guerra con i leader del suo ex partito adesso è aperta formalmente. Perché dopo gli avvertimenti lanciati nelle scorse settimane da una parte e dall'altra, ora ci sono le dichiarazioni verbalizzate di fronte ai pubblici ministeri e la sensazione è che Lusi abbia deciso di smettere i panni del «ladro», come lo ha definito Francesco Rutelli, per trascinare altri nella condivisione delle responsabilità sulla illecita gestione dei fondi.
ENZO BIANCOCi sono circostanze già verificate nel corso dell'indagine che non può certamente negare, ma ce ne sono altre che lui stesso avrebbe riferito proprio per cercare di dimostrare la spartizione dei finanziamenti arrivando ad affermare che anche gli immobili gli erano stati dati in uso, ma li avrebbe restituiti. E così confermando che un ristretto gruppo di persone avrebbe deciso di utilizzare una parte dei soldi senza informare l'Assemblea. E per avvalorare questa tesi avrebbe dichiarato che alcuni appartenenti a questa cerchia sono i destinatari degli assegni in bianco ed erano consapevoli di quale fosse la provenienza del denaro.
«Posso far crollare il centrosinistra», aveva detto Lusi qualche settimana fa davanti alle telecamere di «Servizio Pubblico». Ieri sembra aver cominciato a dare seguito a questa minaccia indicando i beneficiari delle elargizioni. Adesso sarà la Guardia di Finanza a dover fare le verifiche per capire se il suo racconto sia attendibile e dunque se altri politici abbiano compiuto appropriazioni indebite o se Lusi stia solo cercando di inquinare l'inchiesta.
4- CASO LUSI, INTERVIENE LA PROCURA DI ROMA: NESSUN ACCORDO CON DL PER INVESTIRE FONDI
(Adnkronos/Ign) - Sul caso Lusi è intervenuta oggi la Procura della Repubblica di Roma a proposito delle ricostruzioni giornalistiche fatte sull'interrogatorio che ha visto il senatore rispondere per sei ore alle domande dei magistrati. ''In riferimento alle notizie riportate in data odierna da vari organi di informazione - si legge nel documento - questo ufficio ritiene di dover precisare che le ricostruzioni giornalistiche non corrispondono al tenore e al contenuto dell'interrogatorio effettuato nella giornata di ieri''.
''In particolare - si legge ancora nel documento - non corrisponde al contenuto dell'atto la ricostruzione, riportata da vari organi di informazione, secondo cui Lusi avrebbe affermato che le operazioni di investimento immobiliare e mobiliare da lui effettuate con i fondi della Margherita sarebbero state concordate o comunque conosciute dai vertici della citata associazione''. ''Nel corso dell'interrogatorio - conclude il comunicato - inoltre il tema dell'utilizzo di carte di credito non è stato oggetto di approfondimento''.
Tra i dirigenti della ex Margherita, apprende l'Adnkronos, sono in corso colloqui per preparare ulteriori azioni giudiziarie a tutela dell'onorabilità del partito e dei singoli, a seguito delle "gravissime esternazioni" di ieri notte dell'ex tesoriere Luigi Lusi, definite "un delirio diffamatorio", anche alla luce della nota dell'avvocato Petrucci, che ha dichiarato di smentirle.
Soprattutto, si sottolinea sempre negli ambienti della ex Margherita, si vogliono spazzare via le "menzogne" sul "tutti sapevano" e sull'esistenza di "un patto spartitorio", che includerebbe addirittura, a quanto si legge, "le case e le appropriazioni indebite del Lusi! L'unico a sapere e ad agire era l'ex tesoriere, reo confesso, che si è arricchito personalmente con condotte definite dai magistrati predatorie e criminali".
PIERLUIGI BERSANI