Monica Serra per ''la Stampa''
Giorgio Gori lo ha detto e, nonostante le smentite, lo ha confermato: «Regione Lombardia non comunica più i dati dei decessi divisi. Da quando abbiamo segnalato che quelli reali erano molti di più di quelli "ufficiali", hanno secretato i dati per provincia».
Un' accusa grave, non la prima, lanciata con un tweet dal sindaco di Bergamo, città che in questi mesi ha pagato un prezzo altissimo. Gori sostiene che non vengano più comunicati neppure «i dati sui guariti, che sarebbero importanti per capire che oggi le persone ammalate sono poche. Spero che il nuovo dg della Sanità, Marco Trivelli, parta da qui, dai dati e dalla trasparenza».
La sua protesta è andata avanti anche dopo la smentita ufficiale della Regione.
«Loro negano, ma io mi permetto di confermare. I dati sui decessi per province sono stati accessibili fino al 26 aprile, collegati a una mappa sviluppata con il software ArcGis. Dopo l' inchiesta sulle Rsa, del 24 aprile, è stato fatto sparire tutto».
A rispondere all' attacco è l' assessore alla sanità lombarda, Giulio Gallera, proprio nei giorni in cui circola la voce che, dopo quella del dg Luigi Cajazzo, rischi di saltare anche la sua poltrona.
Assessore Gallera, è vero che Regione Lombardia nasconde i dati ai Comuni?
«Assolutamente no. Da parte nostra c' è sempre stata massima trasparenza. Nel tempo le Ats si sono organizzate in maniera diversa. Ma i numeri sono sempre stati comunicati».
Questi dati vengono comunicati in maniera distinta Comune per Comune?
«Alcuni in maniera aggregata per provincia, altri separati per singolo Comune. Il sistema si è assestato nel tempo, abbiamo coinvolto le prefetture. L' Ats di Milano, per esempio, ha aperto un suo sito a cui i Comuni accedono con una password. La stessa cosa succede a Pavia».
E a Bergamo come funziona?
«I dati vengono trasmessi alla prefettura, poi il prefetto li distribuisce ai Comuni. I metodi che abbiamo studiato si modulano a seconda del territorio ma non viene mai meno la trasparenza».
Gori dice di non riceverli.
«Nessun altro sindaco della Lombardia si è lamentato, a parte il fatto che se c' è un decesso i Comuni lo sanno prima di noi. I dati vengono trasmessi anche al ministero: la comunicazione segue meccanismi precisi».
Ma a Gori arrivano o no?
«Ho parlato col prefetto di Bergamo e mi ha confermato che trasmette i dati ai Comuni ogni giorno. Poi se ci sono delle richieste diverse da parte di alcuni sindaci possiamo parlarne, prenderne atto e provare ad andare incontro alle esigenze».
Che cosa ne pensa del fatto che i pm di Bergamo interrogheranno Conte e il ministro dell' Interno sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro?
«È giusto che i magistrati raccolgano anche la versione del governo, è la corretta prosecuzione di un' indagine in corso».
La parabola di Luigi Cajazzo, da dg della Sanità a vice segretario regionale, è stata presentata come una promozione. Chi lo ha voluto silurare?
«Nessuno è stato silurato. Stiamo rafforzando la squadra per preparare la macchina a una eventuale seconda ondata. Il nuovo dg, Trivelli, ha vissuto in prima linea la trincea degli Spedali Civili di Brescia: è la figura idonea per aiutarci a dare una risposta più efficace. Cajazzo continuerà a far parte della squadra e a occuparsi di Sanità».
Teme per la sua posizione?
«Io faccio il mio dovere. L' ho fatto a febbraio quando siamo stati travolti dalla pandemia e lo continuo a fare oggi. Per la direzione generale è stato scelto Trivelli, con cui ho già collaborato quando era alla guida dell' ospedale Niguarda. Continueremo a lavorare bene insieme».
Non c' è il rischio che il prossimo a saltare sia lei?
«Io sto lavorando. Col governatore Attilio Fontana continua a esserci un rapporto costante di fiducia. Poi, voglio dire...».