''IL PARLAMENTO NON PUÒ CONTROLLARE IL CREDITO'' - MATTARELLA FIRMA LA LEGGE CHE ISTITUISCE LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SULLE BANCHE, MA SCRIVE UNA LETTERA ALLE CAMERE: ''CONDIZIONARE GLI ISTITUTI SAREBBE INCOSTITUZIONALE, SONO CERTO CHE I PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO VIGILERANNO''. IL TERRORE DEL COLLE È VEDERE I GRILLINI USARE (GLI AMPI) POTERI D'INCHIESTA PER CONVOCARE E GRIGLIARE MEZZO SISTEMA BANCARIO A USO E CONSUMO ELETTORALE

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Al. Tr. per www.ilsole24ore.com

 

sergio mattarella luigi di maio sergio mattarella luigi di maio

Dopo i dubbi sui conflitti di competenze sollevati ieri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la commissione di inchiesta sulle banche. Accompagnandola, però, con un’inconsueta lettera ai presidenti di Camera e Senato piena di avvertenze sul campo di azione che avrà l'organismo bicamerale. A iniziare dal fatto che, anche se «non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta», le analisi ampliate a tutte le banche «non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia».

 

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GIANLUIGI PARAGONE GIANLUIGI PARAGONE

Il Capo dello Stato ricorda poi che «condizionare le banche sarebbe fuori dalla Carta» costituzionale e che raccomanda di evitare il rischio che la commissione d’inchiesta «si sovrapponga alla Consob». Da evitare, poi, qualsiasi «interferenza» della commissione stessa con «il normale corso della giustizia», aggiunge Mattarella, ricordando l’indipendenza dai governi di Bankitalia e Bce e sottolineando la necessità di porre «attenzione alla riservatezza dei dati», per evitare il «rischio di riflessi sui mercati».

 

«Sono certo che i presidenti del Senato e della Camera vigileranno - scrive ancora il Capo dello Stato - affinché sia assicurato il rispetto dei limiti derivanti dalla Costituzione e dall'ordinamento della Ue nonché il rispetto dei diversi ruoli e responsabilità».

 

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GIANLUIGI PARAGONE RENZI BOSCHI GIANLUIGI PARAGONE RENZI BOSCHI

Senza mettere in discussione il potere del Parlamento «non può, tuttavia, passare inosservato - scrive Mattarella nella lettera inviata a Fico e Casellati - che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l'altro, previsto che la Commissione possa 'analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento'. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell'attività creditizia».

 

Bankitalia e Bce indipendenti da governi, commissione non si sovrapponga a Consob

«Ricordo, tra l'altro - scrive ancora il presidente - che né le banche centrali né, tantomeno, la Banca centrale europea possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri». E poi

«occorre evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi - quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato - all'esercizio dei compiti propri di Banca d'Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea», sottolinea Mattarella. «Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell'ordinamento italiano e da disposizioni dell'Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati».

 

 

Nella lettera il Capo dello Stato sottolinea poi come «il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria» Per Mattarella «l’inchiesta non deve tuttavia influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all'organo parlamentare l'accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità».

DRAGHI TRIA DRAGHI TRIA

 

Scongiurare allarmi da notizie indebite sulle banche

Sul fronte della riservatezza dei dati, Mattarella nella sua lettera ricorda che l’ordinamento dell'Ue «prevede che si osservino determinate cautele nella gestione delle informazioni sugli enti e gli istituti di credito in possesso delle autorità di vigilanza» e dispone che «le persone che hanno accesso alle informazioni siano soggette ad obblighi di segreto professionale». Il Capo dello Stato spiega che «è evidente come tale obbligo - richiamato dall’art. 6 della legge - sia volto a scongiurare l'allarme che la diffusione indebita di informazioni relative alla gestione degli enti creditizi e delle società finanziarie può suscitare tra i risparmiatori e sui mercati».

 

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