Letizia Tortello per “La Stampa”
SOLDATESSE UCRAINE CON I TACCHI
Sebben che siano soldatesse, per l'esercito ucraino devono indossare il décolleté. Armi, divisa mimetica, disciplina delle combattenti per salvare la madrepatria minacciata dai separatisti filo-russi. Tutto come gli uomini. Ma mentre i colleghi maschi militari ai piedi indosseranno gli scarponi da battaglia, per le cadette l'ordine è ben differente: tacchi alti, intima il ministero della Difesa.
Che ne ha anche fatto un vanto del diverso stile imposto, pubblicando foto sui social delle allieve di un collegio militare, mentre marciano a gamba tesa su calzature certo non adatte al combattimento: «Quelle scarpe fanno parte dell'uniforme regolamentare», afferma il governo. Travolto da una bufera di indignazione e critiche dovunque, dal Parlamento ai social network.
L'occasione che impone alle soldatesse ucraine le scarpe alte e scollate è la parata che Kiev sta organizzando per il 24 agosto: una grande manifestazione militare per festeggiare i 30 anni di indipendenza, dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Appuntamento ricorrente, interrotto solo nel 2019 dal presidente Volodymyr Zelensky appena insediato, che decise di risparmiare e spendere una cifra equivalente a 11 milioni di dollari necessari per l'organizzazione dell'evento donando invece bonus ai soldati.
Con l'ex leader Poroshenko, fino a tre anni fa, alla parata partecipavano anche rappresentanti di Paesi alleati dell'Ucraina, sfilavano 4500 soldati e 250 mezzi bellici. Tra le armi messe in mostra c'erano i missili anticarro Javelin, forniti al Paese dagli Usa.
Quest'anno, invece, l'esibizione dell'orgoglio militare verrà ricordata soprattutto per le polemiche della marcia sui tacchi. «Oggi, per la prima volta, l'addestramento si svolge con queste calzature. È leggermente più difficile rispetto agli scarponi dell'esercito, ma ci stiamo provando», confessa sul sito del ministero la cadetta Ivanna Medvid.
Alla Rada, il parlamento di Kiev, i deputati dell'opposizione, vicini a Poroshenko, polemizzano vistosamente: hanno portato al ministro Andriy Taran scarpe da donna, incoraggiandolo a indossarle in occasione della celebrazione.
Inna Sovsun, membro del partito Golos, non va per il sottile: «È difficile immaginare un'idea più idiota e dannosa». Secondo la deputata, le soldatesse ucraine - 31.000 arruolate nell'esercito, incluse più di 4.100 donne ufficiali - stanno rischiando la vita come gli uomini e «non meritano di essere mortificate».
Olena Kondratyuk, vicepresidente della Rada, vuole un'inchiesta. Online c'è chi parla di «mentalità medievale» che mira solo a solleticare gli alti ufficiali dalle tribune, e chi, come la parlamentare Iryna Gerashchenko, si chiede perché il ministero pensi che i tacchi siano più importanti della progettazione di giubbotti antiproiettile comodi per le donne.
Ma le tante prese di posizione contro un'iniziativa considerata discriminatoria potrebbero sortire qualche effetto. Secondo il «Kyiv Post», la deputata del partito di maggioranza «Servo del Popolo» Maryna Bardyna avrebbe fatto intercessione con il ministro Taran, il quale le avrebbe assicurato che il 24 agosto «ci saranno scarpe differenti» da quelle viste nelle immagini delle prove della parata postate su Facebook.
Le proteste rischiano di essere un boomerang, in un momento in cui il Paese cerca sempre di più un avvicinamento all'Occidente. Cosa accadrà, lo vedremo. Intanto, a rinfocolare l'orgoglio dell'esercito ucraino è, ancora, la presidente del parlamento Kondratyuk, che snocciola numeri volutamente parziali del conflitto del Donbass: in sette anni, più di 13.500 soldatesse ucraine hanno combattuto contro i separatisti filo-russi nell'Est del Paese. Come dire, l'indipendenza dell'Ucraina dipende egualmente da soldati e soldatesse. Senza differenza discriminatoria di calzature.