Gianluca Di Feo per espressonline.it
SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSOI disegni dei bambini di Bala Morghab sono identici a quelli che i loro padri facevano trent'anni fa: un cielo pieno di elicotteri da battaglia. Ma mentre i loro genitori ritraevano le sagome delle cannoniere volanti sovietiche, loro oggi tracciano con maestria il profilo dei Mangusta italiani armati di mitragliere. E la familiarità dei bimbi con la presenza dei nostri elicotteri da combattimento è indicativa di quanto sia dura la guerra affrontata dal contingente italiano nell'Afghanistan occidentale. Un conflitto su cui viene stesa una cortina di silenzio e di notizie frammentarie. Il 2 gennaio, per esempio, è stata diffusa una nota su un'offensiva dei guerriglieri contro la base della brigata Sassari a Bala Morghab.
SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSOL'attacco sarebbe stato lanciato in risposta a un'operazione scatenata dai fanti sardi il 27 dicembre. Le postazioni italiane avrebbero risposto con tutte le armi - inclusi i mortai pesanti da 120 millimetri - e ci sarebbero stati raid dei Mangusta e dei caccia americani. C'è però chi descrive un'operazione più lunga e devastante, cominciata il 21 dicembre. E non si tratta di notizie ufficiose ma dell'unica fonte ufficiale: il bollettino dell'Us Air Force Central Comand che quotidianamente elenca le azioni dell'aviazione americana in Afghanistan (disponibile su www.centaf.af.mil).
SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSOPer loro Bala Morghab diventa "calda" già il 21 dicembre, quando descrivono una triplice manovra condotta da italiani, statunitensi ed esercito nazionale afgano: almeno due convogli che si muovono sotto la scorta aerea dei cacciabombardieri F15E. I guerriglieri - talebani alleati spesso con criminali locali - ne bloccano uno con un ordigno, poi assaltano un check point dell'esercito afgano. Gli aerei americani intervengono spargendo razzi illuminanti, sufficienti a mettere in fuga gli assalitori.
SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSOForse però quell'imboscata è solo un diversivo perché poco dopo scatta un terzo attacco, contro "un convoglio amico" verosimilmente italiano. Gli insurgents sparano con molte armi. E questa volta gli F15E sganciano bombe, "diverse bombe", che cancellano il "fuoco nemico". Nessuna notizia sul numero di caduti. Ma l'Us Air Force ci informa che anche il 22 dicembre i caccia vengono chiamati a Bala Murghab per proteggere un altro "convoglio amico", probabilmente italiano. Il 23 sempre nella stessa località vengono attaccati i soldati dell'esercito afgano ma all'arrivo degli aerei gli aggressori fuggono.
SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSOIl giorno di Natale invece la battaglia si fa seria. Intervengono i B1 Lancer, i più grandi bombardieri americani, che compiono diversi raid con ordigni di precisione contro le postazioni da cui sparano i talebani. E' evidente che in zona c'è qualche grossa formazione di guerriglieri, organizzati e capaci di compiere azioni coordinate. E hanno anche uomini infiltrati nei battaglioni governativi, come testimonia la sparatoria ingaggiata nelle stesse ore da un militare afgano che ha ucciso un americano e ferito due italiani. Contro questo nucleo di "insurgents" il 27 dicembre si muove la Sassari, accolta - secondo il bollettino dell'Air Force - da un fitto tiro di mitragliatrici e razzi Rpg. I grandi B1 sganciano numerose bombe, aprendo la strada ai "dimonios" - il soprannome dei fanti sardi - verso i rifugi degli "insorti". Il giorno dopo la situazione diventa ancora più cruenta, a causa della reazione talebana.
SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSO SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN copyright L'ESPRESSODue squadriglie americane si danno il cambio nel cielo di Bala Morghab, alternando razzi innocui per spaventare i talebani a bombe micidiali per spazzarli via, in un carosello di raid che prosegue fino a sera. La lunga battaglia di Natale chiude un anno di fuoco, mentre per il 2010 si prepara una nuova stagione di guerra. Con un elemento dominante: ormai le truppe italiane agiscono sempre insieme a quelle americane, le basi avanzate sono presidiate insieme e insieme i reparti vanno alla caccia dei talebani. Non c'è più quella distinzione tra la missione offensiva statunitense di Enduring Freedom e l'operazione di pace della Nato: italiani e marines combattono insieme. Ma quello che accade nell'Afghanistan occidentale viene taciuto al Parlamento e ai cittadini.
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