Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Continua a tenere banco nel dibattito politico il ruolo dell'Italia nel conflitto ucraino, a partire dall'invio di armi pesanti. «Quello che ha detto Giuseppe Conte sulla legittima difesa credo sia condivisibile. Dobbiamo supportare l'Ucraina e il suo esercito e allo stesso tempo l'Italia continuerà a lavorare per la pace - ha detto Luigi Di Maio alla trasmissione Rai Che tempo che fa -. Ma non possiamo pensare di fornire armi per colpire il suolo russo».
Il ministro degli Esteri si è lamentato dello stallo diplomatico: «Il negoziato purtroppo è fermo, ma noi come italiani non abbiamo mai smesso di ravvivarlo», ha detto, per poi precisare: «Vorrei vedere molti più Paesi europei più attivi in questo momento storico per rimettere in piedi il negoziato, partendo dalle concessioni fatte da Zelensky». Di Maio ha sottolineato che in Ucraina sono attualmente presenti circa 120 cittadini italiani e «la stragrande maggioranza vuole restare lì».
«Il governo di unità nazionale serve proprio per garantire e proteggere l'Italia dal rischio di instabilità delle crisi», ha rimarcato l'esponente M5S. Che ha sottolineato: «La visita di Draghi a Washington serve a ribadire che noi stiamo dalla parte della democrazia» e «sarà molto importante per rafforzare l'unità dell'Unione Europea e dell'Alleanza atlantica».
Il fronte pacifista intanto si allarga. «Spero che la missione americana di Draghi porti Biden a toni più pacati e moderati e lo faccia tornare a parlare di pace e non solo di guerra e di armi», dice invece Matteo Salvini.
Il leader della Lega interviene anche su Twitter: «Le parole del Santo Padre si confermano sagge e preziose: mi auguro che tutti i leader ci riflettano con grande attenzione» (papa Francesco aveva detto all'Angelus che «le armi non portano mai la pace» e che la guerra è «un'insensata sciagura», ndr). Il leader leghista si dice d'accordo con l'ex ministro dem Graziano Delrio che alla Stampa aveva detto: «È il disarmo l'unica logica, non quella bellica».
Intanto a Rete 4 il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani afferma: «Le armi dell'Occidente vanno usate in Ucraina. Non sono d'accordo con Johnson. Le armi non vanno usate in Russia».
Per Carlo Calenda «dare le armi a lunga gittata significa una reazione. Sono favorevole a dare le armi all'Ucraina perché altrimenti la prossima volta Putin si rivolge ai Paesi baltici, ma deve essere fatta in un certo modo».
carlo calenda a l'aria che tira
Il segretario nazionale di Azione, a Mezz'ora in più su Rai3 attacca poi il M5S: «Conte dice no ai termovalorizzatori perché inquinano? È una assurdità. Tutte le città del mondo li usano. Conte è passato da essere un leader istituzionale a essere un Di Battista con la pochette».
Contro l'esecutivo invece si scaglia Vito Petrocelli, il senatore filorusso presidente della commissione Esteri: «L'unica scelta politica vera è fermare l'invio di tutte le armi e togliere la fiducia a Draghi. Il resto sono chiacchiere e propaganda elettorale, perché tutti i partiti hanno votato la delega in bianco per armare l'Ucraina fino a dicembre 2022».