Estratto dell’articolo di Laura Larcan per “Il Messaggero”
La Domus del Vicus Tuscus scoperta tra foro romano e palatino
Lusso, calma e voluttà. Una poesia di Baudelaire e un capolavoro di Henri Matisse. Verrebbe voglia di usare questo titolo per accompagnare la descrizione della nuova domus romana scoperta sulle pendici nord occidentali del Palatino, nel cuore del parco archeologico del Colosseo, risalente ad almeno 2100 anni fa.
Una dimora inedita, caratterizzata da un lusso sfrenato e dall'architettura estrosa al servizio dei piaceri del proprietario, tra sale da banchetto estivo allietate dai giochi d'acqua sgorganti da ninfei in forma di grotte naturali. Il colpo d'occhio che ha regalato subito emozioni agli archeologi è stata la complessa decorazione delle pareti con un prezioso repertorio di conchiglie, pietre di blu egizio, preziosi vetri, scaglie di marmo, l'intreccio di tessere di mosaico
La Domus del Vicus Tuscus scoperta tra foro romano e palatino
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Tanto lusso da essere stata interpretata come la dimora di un personaggio altolocato legato al senato, e che avrebbe guidato la conquista di una città nemica affacciata sul mare. Indizi che arrivano direttamente dalle scene raffigurate nelle decorazioni. Rarissime.
Il mistero e la fascinazione da storia letteraria avvolgono l'ultima scoperta del parco archeologico del Colosseo diretto da Alfonsina Russo che annuncia: «Lo scavo archeologico si concluderà nei primi mesi del 2024 e successivamente lavoreremo per rendere al più presto accessibile al pubblico questo luogo». Le visite, dunque, nella primavera prossima.
[…] Una sequenza di ambienti che si distribuiscono intorno ad un atrio giardino. La vera sorpresa è stata l'esplorazione dell'ambiente principale, lo "specus aestivus", una sala per banchetti che imita una grotta, utilizzata durante la stagione estiva e animata da spettacolari giochi d'acqua. Una sorta di ninfeo, che ha svelato il passaggio di piccole tubature in piombo fra le pareti decorate.
Già, le decorazioni. Il vero gioiello di questo ambiente impreziosito da un mosaico cosiddetto "rustico" con scene figurate prive di confronti a Roma. Spiccano le trame a rilievo di conchiglie, tessere di blu egizio, preziosi vetri, scaglie minute di marmo bianco o di altri tipi di pietre, come i tartari (frammenti di travertino spugnoso).
La Domus del Vicus Tuscus scoperta tra foro romano e palatino
[…] La grande lunetta sfoggia un'affascinante raffigurazione di paesaggio marino con, al centro, una città. Si vedono i frammenti di travertino ad evocare la scogliera, e le onde del mare sono solcate da tre grandi navi con vele sollevate. La città appare fortificata, protetta da una cinta muraria con piccole torri e porte, e rivela un grande edificio pubblico. Cosa rappresenta? Le ipotesi si rincorrono in queste ore. «La rappresentazione di una città costiera potrebbe alludere a una conquista bellica da parte del proprietario della domus, appartenente ad un personaggio aristocratico di rango senatorio», spiegano gli archeologi.
La Domus del Vicus Tuscus scoperta tra foro romano e palatino
[…] Quello che è sicuro è che siamo di fronte a quella "luxuria asiatica" che per tutta la tarda età repubblicana fu motivo di polemica tra le fazioni aristocratiche. […]
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