Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Noi occidentali stiamo perdendo la potenza delle armi perché non sopportiamo più di subire perdite in una guerra convenzionale. All'epoca dei nostri nonni un caduto era motivo d'orgoglio in famiglia, oggi è considerato inaccettabile. Lo è persino più che perdere la vita praticando uno sport insensato, guidando nel traffico o semplicemente perché qualcuno era no vax. Ma se stiamo perdendo la forza militare, adesso dobbiamo difenderci con tutta quella che abbiamo.
E Stati Uniti ed Europa superano ancora qualunque altra potenza per la potenza della moneta e della finanza: è grazie a queste che stiamo portando la guerra a casa di colui che l'ha dichiarata, Vladimir Putin. A meno di improvvisi dietrofront, gran parte delle banche russe presto saranno tagliate fuori dalle operazioni in euro, dollari, dollari canadesi, yen, sterline e (si spera) anche in franchi svizzeri.
Non potranno più ottenere ossigeno per i loro debiti in queste monete mentre - come racconta Marco Imarisio oggi - da giorni i comuni cittadini russi corrono in banca alla ricerca affannosa e ormai inutile di valuta forte mentre il rublo precipita. Alcuni sportelli a Mosca non riescono più a dare liquidità neanche in rubli, tanti ne sono stati ritirati in questi giorni da risparmiatori impauriti dalle sanzioni. Intanto le banche occidentali a Mosca si stanno riempiendo di dollari e euro portati dal ceto medio locale, che non si fida più degli istituti nazionali. In sostanza, stiamo lavorando per soffocare Putin finanziariamente.
Fra investitori e risparmiatori russi la prospettiva delle sanzioni ha già innescato un panico strisciante che può paralizzare l'economia del Paese. La scelta di ieri dell'agenzia S&P di declassare a «spazzatura» il debito russo va nella stessa direzione: ora nel mondo libero quella carta non sarà più accettata in garanzia contro nessun prestito e da domattina le banche russe dovranno presentare ancora più garanzie per non essere costrette a rimborsare subito i loro debiti per centinaia di miliardi, oppure fallire.
Stiamo facendo della Russia uno Stato-paria del sistema finanziario, con l'obiettivo di indebolire il governo e l'esercito e forzare la banca centrale di Mosca a stampare tanti rubli da affossare il Paese nell'iperinflazione. Gli oligarchi che tanto hanno beneficiato di Putin possono decidere adesso se mantenere quell'uomo al vertice rimane nel loro interesse.
Ma neanche questa mossa dell'Occidente - necessaria - è priva di rischi per noi. Mosca può reagire tagliando le forniture di gas e allora l'inflazione e l'austerity che ne deriverebbero in Europa andranno mitigate da programmi a favore dei ceti più fragili e dei Paesi più esposti (fra cui l'Italia). E la Cina potrebbe reagire offrendosi di salvare la Russia come prestatore di ultima istanza, naturalmente tutt' altro che gratis. Diverrebbe allora ancora più chiara la vera posta in gioco dell'aggressione di Putin all'Ucraina: un trionfo come la caduta del Muro di Berlino, ma al rovescio. Non gli va permesso.