AUX ARMES, CITOYENS! - OGGI A VERSAILLES CI SARÀ UN VERTICE EUROPEO STRAORDINARIO CHE SEGNERÀ UNA SVOLTA CLAMOROSA: I VENTISETTE CAPI DI STATO E DI GOVERNO SI IMPEGNERANNO AD AUMENTARE SIGNIFICATIVAMENTE LE SPESE PER LA DIFESA, CON INVESTIMENTI IN PROGETTI E ACQUISTI CONGIUNTI. NON SARÀ ANCORA L’ESERCITO EUROPEO AUSPICATO DA MACRON, MA POCO CI MANCA - PER FINANZIARE IL PROGRAMMA SERVIRÀ UNA SPECIE DI RECOVERY-BIS - GLI ELEFANTI NELLA STANZA: IL GAS RUSSO E LA RICHIESTA UCRAINA DI ENTRARE NELL’UE

-

Condividi questo articolo


Alessandro Barbera e Marco Bresolin per “la Stampa”

 

emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3 emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3

L'Europa della Difesa nasce nella Reggia di Versailles. E sarà un'Europa determinata a compiere anche passi da gigante verso un'autonomia energetica. Emmanuel Macron aveva preparato il vertice europeo in programma tra oggi e domani per definire la strategia di rilancio economica post-pandemia.

 

La decisione di Vladimir Putin di invadere l'Ucraina ha stravolto i piani. Sarà un vertice in tempi eccezionali, di guerra, che vedrà l'Unione prendere due decisioni fondamentali: i Ventisette capi di Stato e di governo si impegneranno ad «aumentare significativamente le spese per la Difesa», con investimenti in «progetti e acquisti congiunti», e ad «eliminare gradualmente la dipendenza dall'import di gas, petrolio e carbone dalla Russia».

 

reggia versailles 3 reggia versailles 3

Due passi storici che potrebbero segnare il secondo momento hamiltoniano dell'Unione, a due anni dalla svolta che aveva portato alla prima maxi-emissione di debito comune da 800 miliardi. Il summit incorniciato dai giardini di Versailles non sarà comunque tutto rose e fiori.

 

Nella stanza in cui si riuniranno i leader ci saranno almeno tre elefanti con cui fare i conti. Tre questioni che saranno discusse senza prendere decisioni concrete perché le divisioni sono ancora troppo forti. La prima, quella più ambiziosa, è in cima ai pensieri di Emmanuel Macron. Per finanziare gli interventi relativi a crisi energetica e Difesa, il presidente francese, d'accordo con Mario Draghi, spingerà per istituire un nuovo strumento di debito comune.

esercito europeo esercito europeo

 

I due ne hanno parlato a lungo ieri mattina in una telefonata preparatoria del vertice. I servizi della Commissione hanno iniziato a studiare le opzioni, anche se l'esecutivo comunitario vuole prima ricevere un mandato formale dei governi. C'è chi immagina una sorta di Recovery-bis, chi pensa a uno strumento tecnicamente diverso.

 

un soldato tedesco abbraccia ursula von der leyen un soldato tedesco abbraccia ursula von der leyen

Se ne discuterà domani nella sessione alla quale parteciperanno anche Christine Lagarde (presidente della Banca centrale europea) e Paschal Donohoe, numero uno dell'Eurogruppo, l'organismo che riunisce i ministri finanziari della moneta unica. Paesi Bassi e Germania non sono ancora convinti e spingono per reindirizzare verso questi due capitoli di spesa le risorse dell'attuale Recovery Plan, utilizzando la quota di prestiti rimasta inutilizzata perché non richiesta da tutti i Paesi.

 

In ogni caso - in nome della crisi degli approvvigionamenti - Draghi metterà sul tavolo tre ulteriori proposte, di cui iniziò a parlare fra lo scetticismo dei nordici sin dallo scorso autunno: il varo di acquisti e stoccaggio comune di gas, oltre a un meccanismo normativo grazie al quale separare il prezzo della componente del metano da quello delle altre energie rinnovabili. La somma di queste misure dovrebbe contribuire a calmierare i prezzi.

 

eurofighter 2000 eurofighter 2000

La guerra in Ucraina dimostra la debolezza dell'Unione, costretta a pagare il gas dieci volte quel che costava un anno fa. Secondo elefante nella stanza: la richiesta di adesione all'Unione europea dell'Ucraina. Il Consiglio ha invitato la Commissione a esprimere un parere sullo status di Paese candidato, come previsto dai trattati, ma dai Ventisette non ci sarà alcuna richiesta di accelerare l'iter.

 

«Rafforzeremo ulteriormente i nostri legami e approfondiremo la partnership» si legge nella bozza di dichiarazione che sarà approvata a Versailles, dove però l'espressione «Paese candidato» non compare. Né ci sono al momento riferimenti alle richieste di adesione di Georgia e Moldavia. Il terzo elefante è un'eventuale estensione delle sanzioni al settore energetico. Gli Stati Uniti hanno già fatto il passo, bloccando l'import di gas e petrolio.

 

VOLODYMYR ZELENSKY FA IL PUGNO CHIUSO IN VIDEO CONFERENZA AL PARLAMENTO EUROPEO VOLODYMYR ZELENSKY FA IL PUGNO CHIUSO IN VIDEO CONFERENZA AL PARLAMENTO EUROPEO

Diversi Paesi europei, in particolar modo quelli sulla frontiera Est (ad eccezione dell'Ungheria), vorrebbero alzare l'asticella. Anche la Francia insiste, ma da parte di molti altri governi c'è grande cautela. Il piano presentato martedì dalla Commissione dimostra che l'Unione - grazie a forniture alternative, rinnovabili e risparmi - quest' anno potrebbe rinunciare al massimo a cento miliardi di metri cubi di gas russo, due terzi del totale.

 

Un'interruzione improvvisa sarebbe insostenibile. Ieri si è deciso di allungare l'elenco delle personalità sanzionate, ma prima o poi bisognerà decidere se e quando mettere nel mirino il settore energetico.

ursula von der leyen sogna l esercito europeo ursula von der leyen sogna l esercito europeo emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale mario draghi emmanuel macron mario draghi emmanuel macron reggia versailles 1 reggia versailles 1 mario draghi emmanuel macron mario draghi emmanuel macron

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?