UCRAINA:INCONTRO TRA SULLIVAN E MATTIOLO DOMATTINA A P.CHIGI
(ANSA) - Si terrà domattina a Palazzo Chigi, secondo quanto si apprende, l'incontro tra il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan e Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio Mario Draghi.
UCRAINA: INCONTRO USA-CINA, NON PREVISTO PUNTO STAMPA
(ANSA) - E' ancora in corso al Rome Cavalieri Waldorf Astoria, l'incontro tra il consigliere della Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan e il capo della diplomazia del partito comunista cinese, Yang Jiechi. Il colloquio tra i due ha avuto inizio intorno alle 10.30 e, a quanto si apprende, non è previsto nessun punto stampa.
All'incontro, a porte chiuse, sono stati ammessi solo un fotografo americano e uno cinese. Davanti all'hotel si è radunato un folto gruppo di giornalisti italiani e stranieri.
UCRAINA, AL VIA L'INCONTRO USA-CINA AL ROME CAVALIERI WALDORF ASTORIA
Giulia Pompili per www.ilfoglio.it
È l’hotel Rome Cavalieri Waldorf Astoria il luogo del più importante incontro diplomatico sin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Sullivan e Yang, America e Cina, si incontreranno in mattinata nella sala al piano sotterraneo che si affaccia sul giardino e la piscina nel verde della Balduina.
In questo hotel, neanche una settimana fa, la NATO foundation ha organizzato l’evento annuale sulla geopolitica dell’alleanza. La delegazione cinese è ospitata come sempre dall’hotel Parco dei principi, nel quartiere pinciano.
L'AMERICA IL PRESSING USA SU PECHINO "NON AIUTATE LA RUSSIA"
Alberto Simoni per “La Stampa”
L'attacco con 30 missili scagliati sulla base di Yavorin giunge tutt' altro che inaspettato a Washington. Poche ore prima che i caccia decollassero dalle piste di Saratov e dal Mar Nero per bombardare l'International Peacekeeping and Security Center, Mosca aveva recapitato il messaggio che il flusso delle armi dall'Europa all'Ucraina era un bersaglio in quanto considerato un atto ostile. Così ieri Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, intervistato dalla Cnn ha ribadito che è da ben prima dell'invasione che Putin aveva pianificato di colpire «tutta l'Ucraina, nel Nord, nel Sud e anche a Ovest».
Se alcuni militari americani si dicono persino sorpresi che Putin abbia atteso il 18° giorno di conflitto per sferrare un raid sulle infrastrutture militari vicino a Leopoli dove si addestra la legione dei foreign fighters e fino a qualche settimana fa c'erano 150 addestratori della Guardia nazionale Usa, Sullivan legge l'attacco come una mossa dettata «dalla frustrazione poiché le forze russe non stanno facendo i progressi» che il Cremlino si aspettava.
Una frustrazione che si declina anche in attacchi su infrastrutture civili e sui giornalisti, come accaduto a Irpin dove a morire è stato il film-maker Brent Renaud colpito da un proiettile al collo mentre stava filmando i profughi dalla sua auto dopo aver passato un check-point.
Ogni zona dell'Ucraina è diventata ormai bersaglio e il fatto che Yavorin si trovi non lontano dal confine polacco alza i timori e fa ribadire agli americani l'impegno a «difendere ogni lembo del territorio Nato». La linea comunque non cambia. Washington non manderà soldati in Ucraina e non cede nemmeno sulle No Fly Zone.
Il portavoce del Pentagono John Kirby ha spiegato alla Abc che «queste non sarebbero servite contro il raid» e che imporle sarebbe un potenziale innesco per un conflitto fra Stati Uniti e Russia. Gli ucraini continuano a chiedere aerei, anche ieri il ministro degli Esteri Kuleba ha reiterato la domanda. L'America risponde potenziando le consegne di mezzi anti-tank e missili antiaerei.
Cargo continuano ad atterrare nelle retrovie polacche, la base di Rzeszow Jasionka è l'hub da dove poi gli aiuti si incanalano verso l'Ucraina. Anche in Romania si opera allo stesso modo. Sabato Biden ha sbloccato altri 200 milioni di dollari in assistenza militare. Rinforzare il fronte orientale dell'Alleanza è il cardine della strategia Usa. In Polonia sono schierate oltre a batterie di missili Patriot anche 5mila uomini della 82esima Airborne Division. E Kirby ha spiegato che «continuiamo a muovere e riposizionare le forze per poter difendere il territorio qualora ce ne fosse bisogno».
«Che ora non c'è», ha aggiunto il portavoce della Difesa Usa evidenziando che la cosiddetta «linea diretta» con Mosca per evitare incidenti e incomprensioni a livello militare è funzionante. A cambiare la dinamica del conflitto sarebbe invece l'impiego di armi chimiche, ha detto il presidente polacco Andrzej Duda: «Questo spingerebbe la Nato ad intervenire».
L'intelligence Usa monitora la situazione e le valutazioni che filtrano sono di preoccupazione ma resta la convinzione che «armi convenzionali siano più funzionali a Putin per gli obiettivi che si è posto». La pressione su Mosca resta totale e a 360 gradi da parte degli alleati.
Oggi Sullivan sarà a Roma per incontrare Yang Jiechi, membro del Politburo cinese e responsabile della politica estera. Un incontro nato a sorpresa e che solo il rifiuto da parte Usa - spiegano fonti accreditate - di tenere il colloquio in Ungheria, ritenuta dagli americani troppo filocinese, ha aperto l'opzione romana. Sullivan recapiterà un messaggio molto chiaro all'inviato di Pechino: la Cina subirà delle conseguenze se aiuterà la Russia a evitare gli effetti delle sanzioni su larga scala imposte dall'Occidente e non solo.
Ieri il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, ha detto che Mosca conta sull'aiuto cinese per contenere l'impatto delle sanzioni. Secondo fonti citate dal Financial Times, Mosca ha anche chiesto assistenza militare alla Cina. La risposta dei cinesi è indecifrabile, in stile asiatico: «La priorità è fermare l'escalation».
A Roma Sullivan vedrà il consigliere diplomatico di Draghi, Luigi Mattioli, per coordinare «gli sforzi globali nella risposta alla guerra voluta da Putin». Poi potrebbe aggiungere un'ulteriore tappa in Europa prima di rientrare a Washington. Mentre la Russia spinge il conflitto a Ovest, i canali del dialogo si riaccendono. Sono gli stessi americani a riconoscere «segni di seri e reali negoziati» nella diplomazia russa. Un segnale - ha detto il vicesegretario di Stato Wendy Sherman - che «le pressioni cominciano a generare degli effetti». Poche ore prima ucraini e russi si erano accordati per oggi su un round negoziale via video. Mosca parla di «progressi che potrebbero svilupparsi in una posizione comune e in documenti da firmare nei prossimi giorni».
JAKE SULLIVAN HILLARY CLINTON jake sullivan e joe biden