IL BANANA SI CONVERTE SULLA VIA DEL NAZARENO: “SÌ ALLE PREFERENZE” - MA C’È IL TRUCCO: IL CAPOLISTA SARÀ BLOCCATO. QUINDI SARANNO SEMPRE LUI E VERDINI A DECIDERE I PARLAMENTARI

Il Renzusconi sul Senato regge, e martedì Silvio incontrerà Renzi sull’Italicum, stavolta a Palazzo Chigi - Il Banana apre alle preferenze, ma con la condizione del capolista bloccato. Rapido calcolo: con il 16-17% di Forza Italia, nei 120 collegi verranno eletti solo i capilista, e anche chi ha un mare di preferenze (vedi Fitto), non passa...

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Amedeo La Mattina per “la Stampa

 

berlusconi renzi berlusconi renzi

Berlusconi varcherà il portone di Palazzo Chigi martedì pomeriggio per aggiornare il Patto del Nazareno con Renzi. La legittimazione del Cavaliere nella sede del governo, dove non mette piede da tanto tempo, sarà completa e l’asse rinsaldato. Al Senato l’accordo regge. Ora si tratta di stringere sulle regole elettorali. Martedì infatti il piatto forte saranno le modifiche dell’Italicum.

 

L’intesa si sta perfezionando in questi giorni grazie al lavoro di Denis Verdini che è stato in stretto contatto con gli uomini del premier (Boschi, Lotti e Guerini) e con lo stesso ex sindaco di Firenze. Ma Berlusconi ha già più volte sentito il presidente del Consiglio, che ieri alla direzione del Pd ha fatto riferimento a quanto si muove nella trattativa.

renzi e berlusconi italicum renzi e berlusconi italicum

 

«Ove ci fosse la possibilità di introdurre le preferenze, il Pd dovrebbe tornare indietro rispetto alla sua tradizionale posizione su questo punto e penso che tutti siano d’accordo. Tutti abbiamo detto - ha precisato Renzi - che se ci fosse la possibilità di assicurare maggiore possibilità di scelta, noi saremmo stati d’accordo». Per la verità il Pd non è mai stato d’accordo alle preferenze e la stessa Serracchiani ricorda che queste sono state abolite con un referendum.

 

Eppure si sta andando verso la reintroduzione delle preferenze con l’ok del Cavaliere e la mediazione di Verdini: eppure entrambi le hanno sempre avversate. Verdini ha più volte sostenuto che questo sistema di voto non esiste in quasi nessun Paese europeo. Allora perché questa conversione sulla via di Damasco?

 

BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS

Intanto per paura di essere scavalcati e magari trovarsi il Mattarellum con i collegi uninominali (Fi terzo partito rischierebbe di non eleggere un solo deputato). «Ma poi c’è il trucco, il bluff», spiega La Russa, vecchia volpe d politica e di sistemi elettorali. In sostanza l’accordo lungo l’asse Firenze-Arcore prevede la lista bloccata solo per il capolista. Gli altri candidati verrebbero eletti, appunto, con le preferenze.

 

Ma Fi, visto il consenso attorno al 16-17%, eleggerebbe soltanto un deputato per collegio, cioè il capolista, ovvero quelli decisi da Berlusconi (e Verdini). In questo caso, anche chi ha una montagna di preferenze non verrebbe eletto. Se il Cavaliere decidesse di non candidare capolista in Puglia Fitto, che di preferenze ne ha tante, lui non tornerebbe in Parlamento.

PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA

 

«Per Berlusconi il problema è risolto», precisa La Russa: «Lui non si candida e non può essere candidato: mette capolista i suoi fedelissimi e nei 120 collegi in cui è divisa l’Italia elegge un centinaio di deputati. Grosso modo quelli attuali. Per questo dico che l’apertura di Berlusconi alle preferenze è un bluff. È chiaro che c’è lo zampino diabolico di Denis». Altra cosa invece è per i piccoli partiti che possono giocare con le preferenze: se candidi in più collegi il leader di partito e questo viene eletto in diversi collegi, poi si dimette e scatta l’elezione di chi ha preso più preferenze.

 

boschi lotti boschi lotti

Insomma, ecco spiegato l’improvvisa conversione di Cavaliere. Lo ha convinto Verdini che l’altra sera era ad Arcore con Gianni Letta. Ieri sera invece a Villa Martino per cena sono arrivati Bergamini, Toti, Romani, Gelmini, Tajani. Gelmini dice che ancora l’intesa non è perfezionata. Si attende di capire la reazione dei piccoli partiti, in particolare quelli della maggioranza come Ncd e Udc. Il problema infatti sono le soglie di sbarramento. Ad Arcore dicono: «Ora che hanno le preferenze, vogliamo vedere se il problema era veramente questo».

 

Infatti il problema è proprio questo. Alfano vorrebbe portare la soglia di sbarramento per chi si coalizza al 2,5%. Renzi è disponibile a tirarla giù al 4% dall’attuale 4,5% previsto dall’Italicum. Berlusconi vorrebbe portarla al 5%, ma alla fine ha detto di sì anche al 4%, purché rimanga ferma la soglia per coloro che non intendono coalizzarsi (8%). Ma anche su questo alla fine una limatura in giù ci sarà.

ALFANO E RENZI ed df e fbac d ALFANO E RENZI ed df e fbac d

 

 

 

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