Listino, peraltro con consistenti rincari rispetto al precedente, anche quest’anno: Beppe Grillo ricorre all’ironia per far capire che proprio non gli garbano “strani appostamenti ed inseguimenti spiacevoli”, per evitare i quali propone appunto dal suo Blog e sui suoi social il “listino interviste e foto per l’anno in corso e per il 2021″.
Per gli amanti del dettaglio, il ‘fixing’ per interviste scritte (“con invio di domande via mail, minimo 5 domande”) passa da 1000 a 2000 euro “a domanda”. Per le interviste al Garante M5s giornali e riviste vedono schizzare il budget dai precedenti 1000 a 5000 euro - la valuta, a essere precisi, non è indicata e gli aumenti sono segnati a mano barrando il ‘tariffario’ stampato in precedenza - questa volta a minuto, per un minimo di 8. Quanto a interviste tv, radio e social, si passa dai precedenti 2000 a 10 mila euro, sempre al minuto e sempre per un minimo di 8. Il tutto, Iva esclusa, precisa sempre la brochure.
Poi c’è il listino foto: 10 mila per un profilo viso, 15 mila per l’intero. Una foto frontale ne costa 20 mila se “normale”, 30 mila “con espressione”. C’è, sempre per il gusto della provocazione, anche la voce “parti del corpo, gomiti, caviglia, schiena” a 5 mila. In compenso, visti i tempi, “per le foto con mascherina, Grillobonus del 10% di sconto”.
E BEPPE GRILLO SCRISSE
Gabriella Cerami per huffingtonpost.it
“Ma veramente stiamo sostenendo Sansa? Dove stiamo andando? Siamo diventati matti?”. Quello di Beppe Grillo suonava come un altolà drastico, durissimo. È il messaggio che il Garante ha inviato nei giorni scorsi ai più alti in grado nel Movimento 5 Stelle e che ha subito assunto questo significato: neanche il fondatore vuole Ferruccio Sansa candidato unitario M5s-Pd alla presidenza della Liguria.
Scoppia il caos. Anche Luigi Di Maio disconosce la candidatura, come riportato oggi da Repubblica. Inoltre non ha alcuna intenzione di fare campagna elettorale e di spendersi per una causa in cui non crede. Nel giro di poche ore Sansa viene comunque confermato aspirante presidente, ma alle spalle si ritrova un partito, l’M5s, che tra l’altro lo aveva proposto, in preda a una guerra tra bande.
Grillo semplicemente non ritiene Sansa attrezzato per battere Giovanni Toti. E poi Sansa, la cui famiglia è vicina di casa di Grillo, viene da quegli ambienti progressisti genovesi con cui il Garante non ha mai simpatizzato troppo. Invece di fare tandem con Giuseppe Conte, che invoca un’alleanza più larga possibile per stabilizzare il proprio ruolo a Palazzo Chigi, questa volta Grillo fa coppia con Luigi Di Maio, seppur per ragioni diverse da quelle dell’ex capo politico.
Per Grillo le riserve, come si è detto, sono sulla persona. E non sullo schema di gioco: “Non c’è nessuno più Grillo-dem di me”, scherza con gli amici. A Di Maio invece viene attribuita un’altra strategia. Non allearsi sui territori per le regionali con il Pd perché altrimenti questo rafforzerebbe, se il voto non dovesse andare male, le chance di Conte come guida futura di M5s. Quando invece l’attuale ministro degli Esteri potrebbe nei prossimi mesi tornare in campo, anche se in realtà non lo ha mai lasciato del tutto, sulle macerie del Movimento.
È una partita molto delicata quella che sta giocando Di Maio. L’attuale reggente Vito Crimi è rimasto sbalordito, come tutti, quando ha letto su Repubblica il retroscena nel quale si racconta che l’ex capo politico è contrario alla candidatura di Sansa in Liguria. Ha chiamato subito l’aspirante presidente e lo ha tranquillizzato: “Vai avanti”. Almeno per ora, al netto di nuovo sorprese e nuovi contatti in corso, che delineano come ci siano visioni diverse all’interno del Movimento. Non solo sulla Liguria ma anche in altre regioni interessate al voto di settembre.