BERLUSCONI PENSA AL COLPO DI SCENA: FARE UN PASSO INDIETRO DALLA CORSA AL COLLE PER CANDIDARE DRAGHI! - IN QUESTO MODO SAREBBE LUI IL VERO KINGMAKER DELL'ELEZIONE DANDO UNA LEZIONE A SALVINI CHE HA SABOTATO LA SUA CANDIDATURA - IL CAV AVREBBE FATTO ARRIVARE A DRAGHI UNA RICHIESTA "PER ESSERE RASSICURATO": LA NOMINA DEL FIDATO GIANNI LETTA A SEGRETARIO GENERALE DEL QUIRINALE - COSI' MARIOPIO POTREBBE LASCIARE A PALAZZO CHIGI ROBERTO GAROFOLI, PER L'ATTUAZIONE DEL PNRR - L'ULTIMA RICHIESTA DI BERLUSCONI? ESSERE NOMINATO SENATORE A VITA, INSIEME A ROMANO PRODI…

-

Condividi questo articolo


Alberto Gentili per "il Messaggero"

 

draghi berlusconi draghi berlusconi

«Un passo indietro? Il presidente per adesso non molla, poi si vedrà...». È questo il ritornello intonato anche in queste ore dai collaboratori più stretti di Silvio Berlusconi. Ma giorno dopo giorno, più si avvicina la resa dei conti di lunedì quando il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggere il nuovo capo dello Stato, più montano le perplessità del Cavaliere. E da Arcore, dove si è rifugiato, rimbalzano due notizie. La prima: Berlusconi prende tempo, oggi non sarà a Roma e rinvia il vertice del centrodestra in cui avrebbe dovuto sciogliere la riserva sulla sua candidatura, mettendo Matteo Salvini e Giorgia Meloni in un imbarazzante stand-by.

 

DRAGHI BERLUSCONI DRAGHI BERLUSCONI

La seconda notizia, ben più succulenta ma in qualche modo nell'aria: il Cavaliere coltiva la «tentazione» di diventare lui il vero kingmaker della partita per il Quirinale e tra sabato e domenica - se com'è probabile il bilancio della campagna acquisti sarà in rosso - il leader di Forza Italia potrebbe fare l'atteso passo indietro. E sarebbe orientato a proporre per il Colle non un esponente di centrodestra, come vorrebbe Salvini, ma Mario Draghi.

 

Con l'obiettivo di risultare «centrale», di non frantumare il patto di unità nazionale alla base del governo guidato dall'ex presidente della Bce, scongiurando il rischio di elezioni anticipate. Dietro a questa scelta, che in Forza Italia qualcuno definisce «possibile se non probabile», ci sarebbe il timore di Berlusconi di essere impallinato in Parlamento: «E io, con la mia storia, non posso bruciarmi».

 

salvini berlusconi salvini berlusconi

Il desiderio di «prendere in mano la partita». E di dare, come rivelano nel suo entourage, «una lezione» a Salvini che non fa passare giorno senza demolire la sua candidatura. Emblematica al riguardo la dichiarazione di lunedì del leader leghista, annotata in rosso nei taccuini di Arcore: «La settimana prossima la Lega farà una proposta che potrà essere convincente per tanti, se non per tutti».

 

SALVINI BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI

Non è passata inosservata neppure l'apertura della Meloni a «convergenze più ampie» se tramontasse la candidatura del capo di Forza Italia. Dietro questa scelta di Berlusconi (che come prima opzione avrebbe gradito un Mattarella bis, reso impraticabile dai ripetuti no del diretto interessato) non ci sarebbero però solo i timori per il flop, la voglia di rivincita, di centralità e la consapevolezza che cominciare a 85 anni l'avventura del Colle «non è un'impresa facile». Il leader forzista avrebbe fatto arrivare a Draghi una richiesta «per essere rassicurato».

 

silvio berlusconi mario draghi 1 silvio berlusconi mario draghi 1

Vale a dire: la nomina del suo braccio destro Gianni Letta a segretario generale del Quirinale, un ruolo delicatissimo e importantissimo nelle dinamiche e nei riti della presidenza della Repubblica. E una soluzione che consentirebbe al premier di lasciare a palazzo Chigi Roberto Garofoli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio in prima fila nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da oltre 200 miliardi. Non solo.

 

Berlusconi avrebbe anche fatto filtrare il desiderio di essere nominato senatore a vita, appena si libererà un posto a palazzo Madama. Per una sorta di «riabilitazione». E, se possibile, assieme al suo nemico storico Romano Prodi in modo da dare un segnale di pacificazione nazionale.

 

LE MOSSE DI LETTA

GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI

Di certo, c'è che Gianni Letta da giorni è attivissimo. E che dopo anni e anni è uscito dal suo proverbiale silenzio. Giovedì scorso, a margine della camera ardente di David Sassoli in Campidoglio, il braccio destro di Berlusconi ha parlato di «serenità, armonia», di «desiderio da tutte le parti di contribuire a guardare gli interessi del Paese e non alle differenze di parte». Parole risuonate come un invito al Cavaliere a rinunciare alla corsa quirinalizia e che Letta ha ripetuto, più o meno identiche, il giorno dopo lasciando la cerimonia funebre del presidente del Parlamento Ue: «La guida per chi ha la responsabilità di eleggere il capo dello Stato deve essere l'impegno comune per il bene del Paese».

 

prodi berlusconi prodi berlusconi

L'esatto contrario di ciò che accadrebbe se Berlusconi andasse fino in fondo, considerato il muro alzato da mezzo Parlamento. Tant' è, che c'è tra i dem chi ritiene che quello tra il Cavaliere e il suo braccio destro fosse «un gioco delle parti per alzare il prezzo e poi andare all'incasso». Di certo, proprio quel giorno il grande consigliere del capo forzista è stato ben due ore a palazzo Chigi.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...