berlusconi meloni salvini toti
CESARE ZAPPERI per il Corriere della Sera
Quello che doveva uscire da un vertice «dal clima natalizio», piuttosto breve, per forza di cose interlocutorio se è vero - come ha chiosato alla fine Gianni Letta - che «tra dieci giorni con quello che sta succedendo il clima può essere cambiato, prendiamoci ancora del tempo per esaminare per bene la situazione in tutti gli aspetti», è stato messo nero su bianco in una nota sottoscritta da tutti i leader, ovvero Berlusconi, Salvini, Meloni, Cesa, Toti e Lupi: il centrodestra «affronterà unito» tutti i prossimi passaggi politici, a partire da quello del Quirinale.
Una rassicurazione da una parte a Berlusconi, che anche ieri nel vertice ha mostrato la sua incrollabile volontà di giocarsi una partita che ritiene di poter vincere: «I voti ci sono, me lo assicurano, e nemmeno risicati. Anzi, vi dirò che io voglio essere eletto con un margine abbastanza ampio, e credo di poterlo fare, mi dicono che potremmo avere anche 150 e anche oltre voti in più degli attuali».
Dall'altra a Giorgia Meloni, che come tutti gli altri commensali ha assicurato il sostegno al Cavaliere, ma ha avvertito: «Sia chiaro, se però l'operazione non dovesse andare in porto non è che poi ognuno va per conto suo o qualcuno tratta per me. Io non voglio subire scelte altrui. Per capirci, l'idea di chiedere a Mattarella un secondo mandato per me è inaccettabile... E su altri possibili candidati voglio ragionare. Serve una regia permanente in questa partita».
Ma la leader di FdI - prima di portarsi a casa il doggy bag offerto da Berlusconi, delle pere con il vino, dessert che ormai offre ad ogni pranzo ai suoi commensali - ha anche messo a sedere a tavola il convitato di pietra, ponendo agli alleati un tema: che succede se Draghi chiederà alla sua maggioranza di essere eletto al Quirinale? Perché «noi siamo all'opposizione, non è un problema per noi, ma per voi? Serve chiarezza. E presto».
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
La chiarezza - mentre un po' tutti si dicevano scettici sull'ipotesi (che comunque è tornata ad aleggiare) che Mattarella accetti, e sono rimasti vaghi se non silenti su Draghi - dovrebbe arrivare a metà gennaio, quando ci si attende con un buon margine di certezza che Berlusconi sciolga la sua riserva e si dica pubblicamente pronto alla corsa. In quel caso, chiaro che il centrodestra non potrebbe che sostenerlo, ma gli scenari a cascata sarebbero dei più vari: da una sconfitta a una vittoria risicata fino a elezioni anticipate con una maggioranza in pezzi o addirittura ad una nuova maggioranza. Tutte ipotesi in campo, di cui però ieri si è parlato poco.
Come dei nomi da piano B: Amato, Casini, i più politici. O Cassese, Pera, o altri coperti. Saranno appunto giorni di lavorio intensissimo e di contatti frenetici e anche per questo Matteo Salvini ha giocato d'anticipo. Con il vertice del centrodestra previsto per l'ora di pranzo ha chiesto, e ottenuto (cosa che ha un suo valore) di incontrare il premier, al quale ha anche portato come regalo di Natale un formaggio della Valtellina.
Un faccia a faccia utile per affrontare alcuni nodi ma anche per rimarcare nei confronti degli alleati che nel centrodestra l'unico vero interlocutore di Draghi è il segretario della Lega. Al quale il presidente del Consiglio, secondo fonti leghiste, avrebbe manifestato il suo stupore per le reazioni dei partiti, e le interpretazioni dei giornali, rispetto alla sua ipotizzata autocandidatura al Quirinale.
SILVIO BERLUSCONI - IL PATRIOTA - MEME
Per Draghi, invece, il ragionamento fatto in conferenza stampa non sarebbe altro che un richiamo didascalico ai ruoli che a ciascuno spettano, a partire dai partiti e dal Parlamento. Ufficialmente, comunque, a Palazzo Chigi tra i due non si è parlato del Colle ma di bollette. E nel vertice a Villa Grande, invece, il leader leghista si è detto d'accordo con i partner di coalizione nel sostenere la candidatura di Berlusconi al Quirinale. Adesso è iniziata la vera partita a scacchi per il Colle, e le mosse vanno tutte fatte con grande consapevolezza, pena far saltare un banco senza avere un atterraggio sicuro in una fase in cui ancora la pandemia morde e spaventa .
MEME SU BERLUSCONI AL QUIRINALE Mattarella Quirinale Osho Berlusconi MEME DI SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE BERLUSCONI AL QUIRINALE - VIGNETTA DI ALTAN