Estratto dell’articolo di Stefano Graziosi per “La Verità”
[…] La fallimentare politica mediorientale di Joe Biden ha subito un nuovo colpo. Domenica, la Siria è stata riammessa nella Lega araba dopo 11 anni di assenza.
«La riammissione della Siria non significa la normalizzazione delle relazioni tra i Paesi arabi e la Siria», ha precisato il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, «questa è una decisione sovrana che ogni Paese deve prendere».
Gheit ha comunque aperto alla concreta possibilità che il presidente siriano, Bashar Al Assad, partecipi al summit della Lega araba, previsto a Riad il prossimo 19 maggio.
Insomma, sembra proprio che Damasco stia uscendo dall’isolamento internazionale. Non a caso Washington ha lasciato trapelare una certa irritazione. «Non crediamo che la Siria meriti la riammissione nella Lega araba in questo momento», ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano, aggiungendo che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di revocare le sanzioni comminate al governo di Assad.
bashar al assad con vladimir putin
Di contro la Russia ha esultato. «Mosca accoglie con favore questo passo tanto atteso: il logico risultato del processo, che ha preso slancio, di restituire la Siria alla “famiglia araba”», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
[…] La riammissione di Damasco nella Lega araba rappresenta un’ulteriore picconata alle Primavere arabe, benedette nel 2011 dall’amministrazione Obama, e costituisce una buona notizia per Mosca, che riesce così a rafforzare la propria influenza sul Medio Oriente. Tutto questo, senza dimenticare la Cina: a gennaio, la Siria ha infatti aderito alla Belt and road initiative.
Va inoltre considerato il ruolo di Teheran. Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, si è recentemente recato a Damasco, per rafforzare ulteriormente i rapporti tra la Repubblica islamica e la Siria. L’Iran ha inoltre siglato nel marzo 2021 un accordo di cooperazione venticinquennale con Pechino, mentre a luglio scorso ha firmato un’intesa da 40 miliardi di dollari con la Russia nel settore energetico.
Insomma, Biden si sta ritrovando sempre più isolato in Medio Oriente. E questo a causa dei cortocircuiti della sua stessa politica estera. Appena entrato in carica nel 2021, assunse un atteggiamento durissimo verso Riad e contemporaneamente cercò di riavviare il controverso accordo sul nucleare iraniano.
Risultato: ha isolato Israele e spinto progressivamente i sauditi tra le braccia di Mosca e Pechino. È del resto assai probabile che il peso di Riad sia stato decisivo nella riammissione di Damasco in seno alla Lega araba. Era il 18 aprile scorso, quando il ministro degli Esteri saudita, Faisal Bin Farhan Al Saud, si recò nella Capitale siriana per incontrare lo stesso Assad.
Senza tra l’altro trascurare che l’anno scorso i sauditi hanno spesso giocato di sponda con la Russia in funzione antiamericana all’interno dell’Opec. È d’altronde in quest’ottica che va letto l’accordo diplomatico, recentemente mediato dalla Cina, volto a ripristinare le relazioni tra Riad e Teheran: un’autentica (e inquietante) rivoluzione diplomatica, che mette a rischio Israele e che indebolisce ulteriormente Biden. […]
IL PRESIDENTE IRANIANO EBRAHIM RAISI barack obama joe biden 8 xi jinping e putin - immagine creata con l intelligenza artificiale midjourney IL PRESIDENTE IRANIANO EBRAHIM RAISI bashar al assad con vladimir putin barack obama joe biden 2 bashar al assad con vladimir putin barack obama joe biden 1